per la prima volta la banda militare sulla scena ». Il poeta, invece, fu assalito « da indecenti cabale, da mali termini, e da derisorie censure».73 Quei dialoghi convulsi, a interiezioni, a sillabe, delle tragedie borghesi e di quelle alfieriane, come il seguente fra Darete e Polissena : Dar. - Dunque Pol. - Si mutija Dar. - E vuoi... Pol. - Cedere al fato. Dar. - Nè paventi... Pol. - Io tremar? Dar. - Pensa... Pol. - Ho pensato. (Atto III, se. I) mal s’accordavano con i versetti d’imitazione metastasiana anche nel-l’abulìa : Incerto, pentito crudele, pietoso ardisco, non oso oh Dei! che farò. (Atto III, se. II) Il disinganno del librettista che si proponeva di scrivere ogni anno un dramma per il San Carlo, aggravato dalle spese « immense » di rimpatrio, per la « mancanza della regia parola », forse finirono col fargli girare il cervello. Andò a Pisa dov’era sepolta una giova-netta, sua passione grande e infelice. In vita ella gli era stata negata dai parenti; volle averla dopo morta. Con l’aiuto di due amici disumò quanto rimaneva del cadavere, riunì « con immenso anatomico travaglio » le ossa, rivestì lo scheletro e lo chiuse in una specie di gran burò, o scrivania ».'“ Dopo di ciò, nessuno si meraviglierà che da quel cervello uscissero macabri drammi come I Solitari. Il Babbini era già stato protagonista dell’opera paisielliana al S. Samuele di Venezia, nell’autunno del 1787 e il Roncaglia era stato il primo Darete a Napoli, applauditissimo specialmente nel rondò?0 Mancano notizie di spettacoli fino all’estate. La sera del 29 agosto il « Professore dell’Àrpa Armonica di Egitto Cristoforo Bais si presentò in un’accademia, accolta con « gentile compatimento ». « Animato a darne una seconda », dice l'Avviso, « invitò l’umanissimo pubblico per la domenica 6 settembre ad ascoltare un nuovo programma sostenuto da lui in unione ai maestri Nasolini e Scaramella ».” Il prezzo del biglietto era di una petizza, « lasciando all’arbitrio di chi