di rintracciare più facilmente i vari punti di contatto e le reciproche influenze che per la vicinanza, passano di certo fra il canto polacco e quello dei popoli confinanti : tedeschi, cechi, lituani, ukraini, russi, romeni. Altri invece, basandosi sul contenuto e sull’uso dei canti, più che sulla loro provenienza, li hanno divisi in Pie$ni obrztdoìve, o canti rituali, Pie$ni poivszechne, o canti comuni, Pieliti zwiQzane z zawodem, o canti di mestiere, Pie$ni dzielnicoive i stanowe, o canti territoriali e <ti classe. La prima classificazione (con ulteriori suddivisioni, però) nella sua grande raccolta usa il Kolberg, la seconda il Bystrori, due fra i migliori raccoglitori e studiosi polacchi dei canti popolari.
Le Pie&ni obrz$dowe o canti rituali sono le più ricche di forme e di riti; in esse sono spesso più sensibili, accanto al sentimento cristiano e cattolico, tracce delle primitive cerimonie pagane (ad es. nelle ” Wianki ”
0	canti della ghirlanda ecc.) I due tipi più importanti di esse sono le Kolfdy canti di Natale e Capodanno, comuni sotto lo stesso nome (Koleda, colinda etc.) a tutti gli Slavi ed anche ai Romeni; canti dei doiynki, della mietitura, detti anche in certe regioni, canti del ivieniec dal nome della ghirlanda di messe che i contadini offrono al signore a mietitura compiuta insieme con altri rustici doni. Di ima di queste cerimonie quanto mai pittoresca ci ha dato un’accurata iscrizione il Damiani. (1)
Alle Pie$ni obrzfdotve appartengono i canti di San Gregorio, dell’anno nuovo, di Pasqua ed in generale tutti quelli religiosi, pieni di misticismo, e fra i più belli ed artisticamente perfetti di tutti quelli polacchi.
1	uttavia bisogna tener presente che, come originalità, questi canti hanno un valore minore dato il grande in-
(1)	Rivista di Letterature Slave, anno I, fas<. 3 e 4. p. 504.
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