i83 VI. Sinfonia concertante del sig. Nonnini. VII. Recitativo con Rondò finale, cantato e composto dal suddetto signor Nonnini. Per la stagione di prosa autunnale venne la compagnia di Giuseppe Lapy.2e Fra le novità, rappresentò il 19 novembre, forse (cadendo il 18 di venerdì), Vaiaride, Tiranno d’Agrigenti, tragedia di Paolo Angelo Pedemonte 27 e il 30 « una tragicomica Rappresentazione, espressamente scritta per questo teatro in ottimo verso endecasillabo italiano, intitolata La vittoria de’ Tergestini contro i veneti, e la loro volontaria resa all’Augusta Casa d’Austria ». « Le Decorazioni saranno nuove e adattate. Il Vestiario corrispondente e magnifico » prometteva il preavviso; e concludeva : « Rimane solo, che siano onorati gli attori da numeroso concorso ».28 Il cartellone annunziava per questa stagione due opere buffe, 1786 non nuovissime, ma precedute dalla fama di grandi successi : Il barbiere di Siviglia e I due supposti conti.2” Fra gli esecutori, buonissimi, vediamo Teresa Oltrabelli, detta l’Ortolanina, la quale aveva cantato a Venezia, al S. Moisè, nel carnevale del 1783. Ignazio Alberghi, che cantava « con destrezza e sorprendente agilità », secondo il Frizzi;30 Caterina Michelli (o Micelli) è ricordata nella storia teatrale, perchè fu la prima donna Elvira nel Don Giovanni del Mozart (Teatro Nazionale di Praga, 29 ottobre 1787); Chiara (una sorella, forse), da ballerina passò a cantante: fu scritturata pure a Praga (1788) e cantò anche al S. Moisè di Venezia.31 La prima ballerina Maffei aveva danzato alla Canobbiana nell’estate del 1781. In quel tempo si progettava a Vienna una fondazione teatrale, con filiali sparse per l’impero. Lo scopo era d’istituire conservatori per giovanetti poveri, press’a poco come aveva fatto Venezia con i suoi quattro ospizi. Ma oltre allo scopo benefico ed educativo, a quello di elevare moralmente la classe teatrale, il progetto tendeva ad impedire che dallo Stato uscissero somme destinate ad appagare le esorbitanti pretese dei virtuosi. L’idea era buona; ma per incominciare occorreva un appoggio finanziario da parte dell’imperatore; e Giuseppe II doveva metter in piedi un esercito da inviarsi nelle Fiandre... Della fondazione non si parlò altro.32 Il desiderio di purgare la scena dalle turpitudini che i comici vi avevano portate dalla piazza, aveva già dato vita alla censura; ma, affidata a funzionari miopi o bigotti, che invece di potare, recidevano