443 se trouve etre la maitresse de celui-ci qui ne veut plus tenir sa promesse. L’actrice qui fesoit ce rôle, était jolie et bien mise, elle fait croire à Muzzafer qu’elle est la fille du Brighella, dont la fille est bossue, de maniere que le Visir force ce pere à lui promettre sa fille» (vedi 15 settembre 1776). 11 Cadi dupé è una commedia in un atto di Lemonier e Monsigny, che dal 1758 era nel repertorio del Théâtre de l’Opéra Comique di Parigi (Cfr. Annuaire Dramatique, Paris, 1807, pag. 130). Brighelle era, come detto, Atanasio Zanoni, che « nelle favole del Sig. Co. Carlo Gozzi, e nelle altre sue produzioni tratte dallo Spagnolo » sapeva bene « senza punto scostarsi dall’intenzione dell’Autore, inserirvi qualche suo concettoso discorso sparso di lepidezze, e tolto solo dal vasto ripostiglio della sua testa »; Tartaglia era Antonio Nardi, il quale, dopo aver appreso dal Fiorilli « tutti que’ lazzi appropriati alle varie Commedie dalla Truppa Sacco rappresentate », coraggiosamente riparava alla di lui mancanza, « travagliando con grazia, e colla più assidua attenzione » (Cfr. F. Bar-toli, Op. cit., t. II, pagg. 284 e 59). 30 marzo. - « Il Cavalier di Spirito, [ovvero] la donna di testa debole fut joué à merveille, cet homme qui reconcilie les deux amans fait un si beau rôle, sa scene avec l’alfiero est dans le gout de Grandison et le pistolet ne plait pas trop. La Vignazesi bien mise joua bien, mais son son de voix deplait, tandisque Petronio joint à la plus belle figure un son de voix agréable » (vedi 30 novembre 1776). 1 aprile. - « Rhadamiste et Zenobie, tragédie traduite de Crebillon ». La traduzione non era però quella nota del Frugoni. Ce lo dice Carlo Gozzi: « Radamisto e Zenobia di Crébillon, tradotta da un cavaliere torinese, già recitata in Torino dalla compagnia del Sacchi, alla quale il cavaliere traduttore liberale aveva regalato un vestiario ricchissimo adatto alla tragedia medesima, fu esposta... nel teatro di San Salvatore... Quella tragedia con uno sfarzo di ■decorazione inusitato, sostenuta mirabilmente da’ tre personaggi, Petronio Za-nerini, Domenico Barsanti e Teodora Ricci... fu replicata per molte sere con buon concorso » (Memorie inutili, vol. I, pag. 347 e seg.). 2 aprile. - « Il mostro turchino. Brighella et Tartaglia, ministro du roi de Chine ». La moralità di questa fiaba è l’amor coniugale, poetizzato in Taer e Dardanè, e messo a terribili prove da Zelou, Mostro turchino. « E’ la settima del Gozzi; data al S. Angelo l’8 dicembre 1764, ebbe tra il fine di quell’autunno, e il carnovale susseguente quattordici pienissime recite » (Opere, ed Zanardi, t. Ili, pag. 103; E. Masi, Sulla Storia del Teatro ital., pag. 105 e segg.). 3 aprile. - « Le Prelat [lo S'tratico] s’amuse beaucoup des masques ou il entre un sorcier et une sorcière ». Le commedie dell’arte « magiche » erano in numero così grande, che formavano un genere per sè. Nel Giornale dei Teatri di Venezia s’incontrano spesso titoli come: Li tre Maghi con Truffaldino quarto mago, Il contrasto fra Maghi, Il Mago vindicativo, La maga del Satiro, ecc. 4 aprile. - « Eugènie, j’y fus très attentif. L’oncle qui paroit à la fin pour presser Eugènie de donner sa main à son scélérat de neveu, me parut a propos ». Questa scena non esiste nè nel testo francese nè nella traduzione italiana; lo zio non figura neppure fra i personaggi (Cfr. Il Teatro Mod. Appi.,