284 Il Don Giovanni del Gazzaniga, Le gelosie fortunate dell’Anfossi e La cosa rara del Martini : di queste, la terza opera soltanto era nuova per Trieste.” Veniva con otto anni di ritardo, ma in compenso si poteva udirla col suo primo interprete, il Vedova. Il direttore era una vecchia conoscenza, essendosi egli presentato diciassette anni prima come ballerino sulle scene del S. Pietro. Dopo una linea discendente: coreografo (1786), primo grottesco (1787), secondo grottesco (1789),79 s’era dato all’impresa, non so con quanta fortuna. Il pubblico rivedeva con lui Anna Maria Negra, dopo sedici anni e dopo quindici, il Piovani, che, lasciati gl’intermezzi, era passato all’opera buffa in attesa d’affrontare l’opera seria; sua moglie Anna cantava da seconda donna.80 L’Indice nomina ancora : Luigi Ramponi, altro buffo caricato; Antonio Brambilla, secondo buffo; Ippolito Arcangioli, secondo mezzo carattere e Vincenzo Pontina, secondo buffo; 81 di più c’erano otto coristi. La Compagnia comica diretta da Francesco Menichelli iniziò « le sue Azioni Teatrali » su « queste Illustri Scene » il 5 settembre.82 Prima attrice era Gaetana Corona Menichelli. Teresa Ristori Canossa, nata nel 1777 e sposa ad un Ristori comico, fu artista drammatica di gran valore per le parti di prima donna così nella tragedia, come nel dramma e nella commedia. Fu suocera di Luigi Bellotti, poi di F. A. Bon e nonna di Adelaide Ristori.83 Il Merli era un fratello minore di Cristoforo, col quale era da molti anni unito; si distingueva nelle parti d’innamorato, ma specialmente in quelle ov’era da far brillare la vivacità. Ciò lo portò a mettersi la maschera de\V Arlecchino. Nel 1793 si mise a capo d’una Compagnia comica e cantante. Nel 1795 passò con Marta Coleoni per i caratteri; e si acquistò presto « un buon posto fra i primi caratteristi ».8'' Nell’ultimo nominato dall’elenco artistico — Casali — è da riconoscere Filippo Casari, attore dimenticato dal Rasi, il quale fu anche impresario, ma che si rese soprattutto noto per il numero grandissimo di lavori teatrali scritti o ridotti dal tedesco e dal francese. Ne pubblicò una parte in due raccolte da 12 volumi ciascuna, a Trieste presso gli Eredi Coletti, negli anni 1823-24 e 1827-30 (Opere di Filippo Casari Ferrarese). Egli si era stabilito nella nostra città, fu istruttore drammatico della Società Filarmonico-Drammatica dal 1829 (cioè dalla fondazione) al 1835. Morì il 20 luglio 1846 e la Favilla gli dedicò un cenno necrologico.85 Grazie ad un avviso sulla gazzetta locale, sappiamo che la com-