223 Il Polcastro che aveva udito a S. Stefano la prima buffa, la Delicati, scrive che aveva « pregi di presenza e di professione. La sua voce è intonata e agile, ma strillante per difetto di spingerla soverchiamente ».“ Dobbiamo ritener buoni anche i suoi compagni, perchè quasi tutti cantarono o danzarono ripetutamente sui Teatri veneziani, alla Scala ed alla Canobbiana. Il 13 febbraio Giuseppe II, che da un anno lottava con la tisi, perduta ogni speranza, chiedeva i sacramenti. Furono sospesi gli spettacoli pubblici, teatri, sale, ridotto, e ordinate pubbliche preghiere, tanto a Vienna, come nelle provincie dell’impero. Le istruzioni giunsero a tempo per tagliar corto al carnevalone di Milano;86 non a Trieste, dove con martedì 16, spettacoli e balli avevano avuto termine. Dal 19 al 21 furono recitate pubbliche preci.87 La notizia della morte dell’imperatore, avvenuta il 20, fu annunziata da L’Osservatore Triestino appena una settimana dopo.88 Ma se i ritardi in quel a buon tempo antico » non possono meravigliarci, dobbiamo esserlo vedendo che il teatro, pur essendo sovvenzionato dallo Stato e retto dal rappresentante del Governo e dal direttore di polizia, non osservò il lutto. Singoiar privilegio, quello delle quaresime triestine! A Vienna i teatri si riapersero la sera del lunedì in albis.'"’ Quale « opera eroica » era stata scelta Ifigenia in Aulide del Bertoni.90 La primadonna, Teresa Macciurletti Blasi « giovine Torinese », s’era fatta notare cantando al S. Benedetto durante l’Ascen-sione del 1789, e le erano stati pronosticati « i più felici successi » ; infatti, per l’autunno era stata scritturata alla Scala. Ma quando tornò a Venezia, nell’autunno del 1795, alla Fenice, non ebbe l’incontro previsto.9' Il Marinelli, che al Teatro di Torre Argentina di Roma aveva sostenuto le prime donne, quindi i primi soprani in vari teatri, s’era rassegnato ad una parte secondaria. Il Multon aveva cantato al 5. Benedetto nell’autunno del 1789 e nel carnevale susseguente.92 Con qualche piccolo ritocco degli esecutori, il 21 aprile andò in iscena il dramma eroico La Morte di Giulio Cesare del Bianchi,93 nella qual opera il Babbini aveva cantato per primo a Venezia. La novità deve esser piaciuta molto, perchè le rappresentazioni proseguirono fino a tutto 19 maggio. La sera del 20, si produsse « la Scena