219 quasi un mese. Gelarono « le circostanti lagune, offrendo libero transito alla terra ferma a’ passi del viaggiatore ardito », per usare le parole della Gazzetta Urbana Veneta, e i morbinosi Veneziani ne approfittarono per divertirsi. La pareva una fiera Su per quella laguna De zorno e nella bruna La zente a prosission...61 Meno allegria a Trieste: frequenti sinistri nel porto, disgrazie, mancanza di lavoro. Si cercò di lenire la miseria istituendo una speciale commissione di beneficenza, facendo pubbliche collette, sovvenendo con generose elargizioni l'istituto dei Poveri.02 Il teatro si riaperse in quaresima con L’Artaserse del Tarchi (?), esecutori: Io soprano Francesco Roncaglia; Ia donna Maria Marchetti Fantozzi; Tenore Matteo Babini; 2a donna Felicita Zolla; Altro Tenore Luigi Codecasa; Ultima parte Giuseppe Desirò.“ Lo Zar-don giuocava stavolta la partita con tre assi in mano. Il Roncaglia «rapiva colla voce melodiosissima e coll’azione » ;64 la Marchetti era famosa oltre come cantante, come donna bella e stravagante. Il Ferrari narra, che quando ella cantò a Napoli nell’oratorio La figlia di Gefte (quaresima 1786), la gente affollava il teatro, tanto per vedere i preti e i frati che vi erano ammessi, « come per sentire e vedere la matta Marchetti filar la voce, sfioreggiare, e far delle attitudini e dei gesti curiosissimi per dar trastullo a quei sospirosi reverendi... Una sera un cappuccino, trovandosi in un palchetto vicino all’orchestra e ansioso di vedere e udire s’allunga fuori, e la sua barba piglia fuoco ad una candela di un suonatore di contrabasso: questi lascia immediatamente il suo violone, afferra il cappuccino per il mento, gli strappa la barba, gli estingue il fuoco e lo salva dall’esser bruciato o almeno sfigurato ».65 Vero è che oramai non era più quella dei trionfi londinesi del 1774 ». « La Marchetti cantò con molta abilità, e con sufficiente agilità, scrive il Frizzi.66 Quando per altro l’ho sentita, aveva già acquistata una corpulenza, che rendendo la machina non più elastica come esser dee per ben cantare, anche la voce si era già resa poco sonora e fiocca, quantunque il maneggio della sua arte meritar potesse l’applauso dei ragionevoli ». Più severo è il Polcastro che la trova dotata di buona volontà, ma anche di anni, e di « una voce fioca, che mal s’unisce con quella del musico, che