Giuseppe II voleva imporre il tedesco quale lingua ufficiale, ma aveva incontrato specialmente a Trieste una tenace opposizione.78 Il successo della Compagnia Berner non poteva esser però riguardato come un successo politico. La « pittura d’ambiente » dhe ci offre il Garnier non lascia dubbio: « Vi rappresentammo 1 Masnadieri dello Schiller come certo non furono mai dati e come difficilmente potranno esser dati ancora.79 L’attenzione non era certo fra le virtù dei nostri ascoltatori; la conversazione era spesso, tanto dal Sacchi che da noi, egualmente forte nei palchi come sul palcoscenico. La rappresentazione durava loro troppo a lungo. Terminato il terz’atto, parecchi dei nostri amici tedeschi vennero sul palcoscenico e ci pregarono di abbreviare a nome degl’italiani, essendo già l’una dopo la mezzanotte. Ma che cosa si doveva omettere? Il signor de Moli, l’editore della Gazzetta di Trieste,™ recise il nodo — e s’incominciò il quinto atto, omettendo completamente il quarto. Posto che il maggior numero dei nostri spettatori si componeva d’italiani, succedeva sovente dhe questi, dopo un battimani od una risata, non comprendendo il tedesco, chiedevano ai loro vicini tedeschi: — Che dice? Questi glielo spiegavano e gl’italiani allora applaudivano o ridevano in ritardo. Che ciò accadesse spesso intempestivamente, non occorre certo spiegare ».s: Nell’autunno tornò la compagnia del Lapy, come lo prova il libretto di un’« azione tragica », La presa della Corsica.*2 La moda degli spettacoli militari, con esercizi, combattimenti a fuoco vivo ed arma bianca, fuochi d’artificio ecc., non sempre innocui, che dai balli era passata alla commedia, al dramma lagrimoso, passò più tardi al teatro romantico. La compagnia Lapy possedeva buoni elementi : oltre al Rinaldi già nominato, troviamo i coniugi Parisi. Alessandra, o meglio San-drina, era d’origine napoletana, ma nata in Torino. Incominciò a recitare giovanissima col marito nella Compagnia di Pietro Ferrari, incontrando subito la simpatia del pubblico. « Ella è d’una figura assai gentile, di sembianze geniali, e gli occhi suoi sono due vivi specchj in cui sulla Scena conosconsi chiaramente gli affetti interni dell’animo », scrive il Bartoli, aggiungendo che « merita quest’At-trice le più sincere lodi pel suo valor Teatrale, e più per i di lei irreprensibili costumi, spiegando a sua gloria il candido vessillo d’una incorrotta onestà ». Luigi era del pari uomo onorato e buon ma-