278 S. Pietro;41 furono rappresentati i due drammi giocosi Li Raggiri d’A-more 12 del Tritta, un bisnonno di Mario Costa e La Frascatana del Paisiello. Fra i cantanti vediamo la Cappelletti Pozzi, che s’era fatta molto applaudire ne Li Raggiri d’Amore al Teatro Obizzi durante la fiera di Padova, nell’anno prima. La Monti era giovanissima, se dobbiamo credere ad una sua deposizione : avrebbe avuto 21 anno nel 1798, quando a Zara fu presa a bastonate e sciabolate da un primotenente di marina perchè... nella farsa La fiera delle fate aveva osato pronunciare le parole : ufficiale di marina. Il prode difensore dei bottoni dorati se la cavò, naturalmente, asserendo d’esser stato mosso dall’impetuoso trasporto.™ I militari austriaci, che la facevano da conquistatori, erano divenuti il terrore dei Zaratini. Il De Dominicis avrà accampato forse egli pure Y impetuoso trasporto, due anni prima; ma ciò non lo salvò dall’andare a dormire al fresco.44 Come artisti, dovevano esser buoni : il De Dominicis piacque assai a Padova, dove fece l’autunno e la Monti cantò alla Fenice di Venezia nel 1795, ciò che, come detto, equivaleva a un diploma. In autunno venne la Compagnia di Andrea Bianchi, che da qualche anno si era acquistato credito. « Ella oltre la perizia de’ suoi attori, trovasi abbondantemente fornita così di un copioso, ricchissimo Vestiario, come di qualunque altro attrezzo, macchina e scena onde rappresentare i più belli e sorprendenti Spettacoli siccome ha già fatto per molte sere di seguito, con straordinario concorso di pubblico », scriveva la Gazzetta di Bologna.45 Anche a Padova, nell’estate prima, aveva raccolto molti applausi per merito degli attori e per la ricchezza degli addobbi e del vestiario."' Più per questi che per quello si direbbe, guardando l’elenco,47 composto per la maggior parte da comici ignoti. L’unico nome che, « come aquila sovr’altri vola », è quello del poeta (anzi del « poetino » com’era detto per la sua piccola e mingherlina figura), l’abate Francesc’Antonio Avelloni, nato a Venezia nel 1756. Veramente, l’Avelloni era passato come poeta comico alla compagnia del Perelli già da un anno e mezzo. A Roma, nel 1778, si era vestito, con molte speranze, da abatino, l’abito dei letterati d’allora; ma dopo vari disinganni ebbe anche quello di vederselo strappare di dosso da alcuni briganti, incontrati presso Fondi. Ridotto letteralmente in camicia, giunse a Napoli mendicando. Il cartello della compagnia dei comici Lombardi che agivano ai Fiorentini gli fece nascere l’idea di procac-