396 Petto, N. 97 » (L'Osservatore Triestino, App., n. XXIX, del i. aprile 1793, pag. 192). Nasolini Sebastiano. - Nato a Piacenza verso il 1768, studiò al Conservatorio dei Mendicanti di Venezia e fu nella sua giovinezza, secondo il Ger-vasoni, un valente suonatore di clavicembalo. Nel 1787 si recò a Trieste, dove ebbe il posto di maestro al cembalo al Teatro di S. Pietro e di maestro di cappella della cattedrale di S. Giusto. A vent’anni si faceva applaudire come compositore di Nitetti, opera rappresentata al S. Pietro nell’aprile del 1788. Secondo il Fétis avrebbe fatto rappresentare a Parma nel 1789, un’opera, L'isola incantata, ciò che non è confermato dalle cronologie del Ducale Teatro di Parma; indubbio è invece che la Scala di Milano inaugurò il carnevale del 1790 con Adriano in Siria, su testo del Metastasio, che ebbe ottimo esito (P. Cambiasi, La Scala, pagg. 290-291). Nella prima decade di febbraio andò in scena al S. Samuele Andromaca, che, accolta non molto favorevolmente, fu nelle repliche « al sommo applaudita cominciando dalla Sinfonia fino alla fine del Terzo Atto » (Gazzetta Urbana Veneta, n. 11 del 6 febbraio 1790, pag. 88; n. 12 del 10, pag. 96; n. 13 del 13 febbraio, pag. 104). Incoraggiato da una riuscita che gli lasciava sperar bene per l’avvenire, dopo il carnevale del 1790 lasciò Trieste, per dedicarsi alla composizione ed alla messa in scena. Diede però al S. Pietro la priorità di una nuova opera seria, Ercole al Termodonte, che fu rappresentata nella quaresima dd 1791 e nel 1796 compose per il S'. Pietro La morte di Mitridate. Dal 1791 al 1798 la sua produzione è incessante, rapidissima, della quale nessun elenco finora pubblicato può dare una completa idea. Durante questo periodo, il Nasolini si trova scritturato a Venezia, dove mette in scena un grande numero di novità. Nell’autunno e carnevale del 1798 egli è ancora maestro di musica del Teatro di S. Benedetto, « non scritturato », però (Giornale dei Teatri di Venezia ne 11 Teatro Mod. Appi., 1798, t. XXII, pag. 9). Qui cade una notizia che ci lascia perplessi : « Nel Carnevale del 1798 in Venezia, dovendo scrivere un’opera, invece si diede bel tempo e agli stravizii con tanto eccesso che ne divenne vittima prima di poter compiere l’impegno assunto » (A. Gandini, I Teatri di Modena, voi. I, pag. 165). Morto?... ma allora dovrebbe aver lasciato un cumulo di partiture, perchè per diciott’anni ancora si continuarono a rappresentare nuove opere del Nasolini. L’ultima fu II ritorno di Serse, data al Teatro del Fondo di Napoli nella primavera del 1816. Mancando ulteriori notizie, qualche biografo credette più ragionevole far morire il Nasolini a Napoli in quest’anno. In realtà, la fine del Nasolini è tutta un mistero. Notte Giacomo. - Maestro di Cappella. Nel 1760 troviamo il suo nome nel Conto Generale di Entratta e Uscita (Arch. Diplomatico) quale Orghe-nista di S. Giusto, con uno stipendio di L. 280 e più innanzi: « Pagato all’Or-ghenista Giacomo Notte p. la Musicha fatta nel giorno di S. Teresia 90.—1 ». Nel 1762 fu nominato maestro di Cappella del Comune e direttore degli spettacoli al Teatro di S. Pietro (Nota C. Schmidl), dove, nel carnevale del 1763, venne rappresentato un suo dramma giocoso Amore in libertà. Rampini Domenico. - Maestro di cappella e organista di S. Giusto. Nato verso il 1765, oriundo del Friuli. Nel carnevale del 1791 lo troviamo al davi-