365 camerale e dell’edificio del Magistrato sulla Piazza di Città vecchia.80 Il Governo, perchè si potesse contare su di una pronta esecuzione, risolse nella seduta del 24 gennaio 1801 d’affidare la costruzione ad un imprenditore, sotto la sorveglianza del direttore superiore delle Fabbriche. Ma passarono i mesi, senza che si vedesse inizio alcuno dei lavori. L’8 agosto, anzi, « si assegna ad Angelo Baseggio, Custode degli Utensili da fuoco che dhiede un quartiere, la Sartoria a condizione di evacuarla tosto che s’averà da disporne ».8‘ E passano ancora mesi e anni. Per fortuna l’antico palazzo curiale si tiene sempre in piedi. Nel maggio del 1809 tornano i Francesi, questa volta sotto le insegne napoleoniche, ma con prepotenti imposizioni come i repubblicani del ’97. Sul foglio cittadino, che come allora prese il titolo di Gazzetta di Trieste, vediamo in un avviso emanato dal Magistrato afìn d’evitare disordini e conflitti, un punto che riguarda la nostra storia : è l’ingiunzione « A tutti gli Abitanti della Città e del Territorio di depositare entro ore 24 tutte le Armi nella Sala del Teatro vecchio, a scanso di severi gastighi Già in tempi passati, prima che il palazzo venisse destinato all’uso esclusivo di teatro, esisteva nei camerini superiori un deposito d’armi.83 Ora il caso era diverso: si trasformava il tempio di Melpomene in ripostiglio. « Il governo francese — narra il Kandler —, aveva fatto trasportare in Trieste le librerie dei Domenicani soppressi di Capodistria e di Parenzo, per unirle alla biblioteca civica, e non avrebbero dovuto essere cattiva acquisizione se fossero state integre; queste librerie erano pure depositate nella sala del palazzo vecchio »;84 e altrove, con qualche malinconia: « ...ricordiamo avervi vedute depositate vecchie armi inservibili, libri delle bi-bliotedhe di soppressi conventi gettati alla rinfusa, insieme a ceste di pomi ed a panche di rivenduglioli della sottoposta piazza, che vi trovavano sicuro deposito e pronto materiale d’invoglio ».8'> Nel 1812, quando la Biblioteca civica venne trasportata dal Palazzo municipale nell’ex caserma di Polizia, in piazza della Sanità, « per insufficenza di locale, gran parte dei libri venne riposta nella sala comune del vecchio palazzo, da dove poteronsi ritirare appena nel 1823 ».86 In quegli anni guerreschi, la platea servì da sala d’armi : i volontari del battaglione napoleonico vi si esercitavano nella manovra del fucile.87 Dopo un oblìo più che decennale, sembrò che per un capriccio della sorte il Comune volesse far risorgere a nuova vita il cadente edificio, sia come palazzo di città, sia come teatro. Carlo Nobile fu chia-