*55 si dovette « rimediare ». Cosa spiacevole, perchè oramai tutta l’attrattiva dello spettacolo stava nei balli. I palchettisti dovevano conoscere a menadito le due opere; tanto per dar una parvenza di varietà si cambiava il balletto, o s’introduceva qualche nuovo passo nei vecchi. « La première danseuse se donna une peine infinite, elle suppléa à la seconde dans le ballet de Montefosco », (26 genn.), scrive lo Zinzendorf; e, « la première danseuse dansa dans Telemaque supérieurement » (28 genn.). Lo Zinzendorf, che dapprima non aveva dimostrato gran simpatia per la Dupetit Banti (« elle paroit sotte et ne parle bien aucune langue » ; scriveva il 17, dopo una visita di lei nel palco governatoriale) comincia ad interessarsene e va tutte le sere a teatro; ma ella, per maggior sicurezza, va il 30 ad invitarlo per la sua serata, fissata per il sabato 2 febbraio. Non invano, perchè lo Zinzendorf le regala quella sera una sovrana. Per l’occasione vien dato un nuovo ballo, Il Disertore,'7 il quale però non piace affatto a Sua Eccellenza : « La première danseuse fesoit ce rolle, ses belles jambes se marquoient bien, d’ailleurs elle vaut beaucoup mieux en femme », dice. Brevemente accenna alle tre seguenti rappresentazioni : « 3. février 1782. au theatre. On donna les deux premiers ballets qui sont beaucoup plus jolis. 4. fevrier, au spectacle. Le premier opera, le ballet des Américains. 5. fevrier, au spectacle. Le second opera. Le ballet du déserteur. Une danseuse ressemble à M.e de Kinsky Auersperg ». Con quest’osservazione caratteristica — il conte aveva la mania delle rassomiglianze — finiscono le notizie sul Teatro di S. Pietro. Lo Zinzendorf partì da Trieste il 7 febbraio, e non vi tornò più come governatore, sebbene rimanesse in carica sino alla fine di settembre. Con vivo malincuore egli lasciò la città, alla quale per sei anni aveva consacrata la sua operosità ed alla quale s’era affezionato; e non meno dispiacenti furono i Triestini della perdita non solo dell’economista eccellente, ma pure dell’uomo liberale ed illuminato, tanto diverso dei suoi predecessori, malvisti generalmente per i modi autoritari, per la rigidità burocratica, per l’ostile incomprensione, soprattutto, del sentimento cittadino.