152 era un appunto tacitamente rivolto a lui, che aveva assistito alle prove ed approvato lo spettacolo! Rimase alquanto perplesso. Il 29 trova che « Les deux ballets sont longs, la Strasbourgeoise est charmante. M.elle du Petit s’embellit dans la pantomime, son mari fait trop vite la gargouillade.3 L’accoglienza ostile va ascritta — in parte almeno — ai palchettisti, che fanno opposizione. Lo Zinzendorf lo sa: « Felz, dit on, declame hautement contre l’opera, etant accoutumé à en avoir de meilleurs à Lindau » (30 dicembre). Altri, più sinceri o più coraggiosi, glielo dicono in faccia. Il conte monta un po’ in collera, ma deve convenire che a teatro va poca gente. Per salvare il decoro del S. Pietro e insieme la sua autorità e per puntiglio anche, cerca « d’imbottire » la sala. « Donné à Ricci 100 billets », scrive il 9. La sera stessa va in scena la seconda opera, La Forza delle Donne'.' se non piace, la stagione è fallita. Ma sembra che piaccia: « Les habits fort bien », nota con soddisfazione lo Zinzendorf, « le C.te et la C,tesse de la Tour arriverent de Duino et M.e fut enchantée du ballet ».5 Intanto gli era stato presentato un altro « Projet d’un nouveau Theatre à batir à Trieste dessiné par Moro. Il rempliroit quasi tout l’espace entre ma maison et celle de Wojnovich. Gabiati a ordonné ce dessein » (3 gennaio).6 Ma il Governatore aveva provvedimenti più urgenti da prendere: per il 10 del mese gli era stata annunziata la venuta dell’« imperiai Principe ereditario di tutte le Russie e granduca Paolo, colla principessa di lui sposa nata dalla Casa di Wirtemberg, sotto i nomi di conte e contessa del Nord ».7 Lasciata la Russia, o come si diceva allora, la Moscovia nel settembre del 1781, passando per la Polonia e la Moravia, erano giunti ai primi di dicembre a Vienna, dove, fé-steggiatissimi, si erano fermati fino al 4 gennaio. Il loro incognito avrebbe potuto servir di spunto a qualche opera buffa : le gazzette informavano esattamente i lettori dell’itinerario; descrivevano le feste date in loro onore; riferivano aneddoti; si stampavano tributi di ammirazione in prosa e in versi; s’incidevano i loro ritratti, i balli, i divertimenti ai quali avevano assistito: ma i granduchi persistevano con tutta la serietà e convinzione a recitare la loro parte e ricusavano ogni titolo, che non fosse quello di conti. E, perchè la commedia fosse completa, le autorità facevano il possibile per assecondarli. A