475 gheri di regalo, trovo la sua proposizione discretta, tanto più che cessan gli obblighi di ricompensarlo per le fatiche avute dandoli in Impresa il spetacolo. In caso diverso io sono pronto di far correre per amministrazione l’impresa, e mi sono preparato in caso V. E. così disponesse, poiché hò impegnato il Sig. Vincenzo Treviso ad assistere all’incasso della Porta, persona non solo di probità ma di somma esperteza a dirigger l’economia teatrale. In fatti tanto in quanto Zardon l’abbiamo scelto d’accordo per aministrare interinalmente, sino che V. E. si determini o per uno o per l’altra proposizione. Il mio intimo parere è però per l’impresa i° perchè non conviene esporsi al pericolo di perdita e con ciò sbilanciarsi pel futuro 2° tanto in quanto il S.r Bonomo a sufficenza occuppatto, per poter badare a simile detaglio... Pittoni Pres. 5 ottobre 1780 Il Pittoni viene invitato « a tosto concludere col d° Zardon il Contratto, coll’obbligo di dare nella corr.te staggione autunnale quattro differenti opere e . di pagare alla Cassa Teatrale f 200.— verso la cessione che ricerca dell’affittanza de’ Palchi e del danaro della Porta, ed appaltati, si ravvisa per tanto più abracciabile il proggetto, quanto che con tale mezzo viene assicurata la Cassa Teatrale d’un sicuro profitto di f. 200.— 6 ottobre 1780 Zinzendorj R. Archivio di Stato, Trieste, Intendenza, Theatralakten, n. 393. N. 12 Io ho avuto l’onore di rimostrare a V. E. R.a che sulla dubietà che giunger possino li assegni di f. m/2 destinati per fondo Teatrale, espor non si possa a incontrare spese tali, per lo spetacolo del carnevale, che supplir non si possino co’ fondi ordinari. Quindi che ò limitar si debba lo spetacolo alla semplice opera senza balli, ovvero volendo il pubblico aver l’opera completta conveniva aggravar i palchi. Essendo statta trovata giusta da V. E. tal mia proposizione, fu per ordine di V. E. fatto girar una carta continente affine li affittuari di palchi si dichiarassero in iscritto, se volevano contentarsi dal semplice spetacolo dell’opera ovvero soggiacer all’accrescimento del prezzo con due zecchini per ogni stagione (lo che importa ad un dipresso il regalo patuito col Impressario. Dal annessa carta risulta, che la maggior parte hanno opinato per l’accrescimento, adunque non hò avuto difficoltà d’ordinar all’impresario perchè proveda a tenor del contratto un’opera con Balli. Qualor la Sov.a Corte graziasse ulteriormente dell’assegno di f m/2 in tal caso, sendo i fondi sovr’abbondanti fù promesso di restituire questa straordinaria contribuzione.... Pittoni Pres. 6 settembre 1781. R. Archivio di Stato, Trieste, Intendenza, Theatralakten, n. 393.