58 1767 S. Moisè di Venezia. Il soggetto ha qualche somiglianza con l’Avare del Molière : Biondino ruba una cassetta di denaro al vecchio e avaro zio Polidoro, il quale vorrebbe sposare una giovane. Anche questa volta, gran parte dei cantanti e ballerini avevano già dato le loro prove a Venezia. Fra i virtuosi, troviamo Camilla Pasi, bolognese « avvenente giovane, per bontà e senno distintissima », che pochi anni dopo divenne moglie di Giuseppe Sarti, l’illustre maestro faentino.1" Dei ballerini, tre faranno strada: il Papini, che tornerà al S. Pietro come « ballerino fuori concerto », poi come « mezzo carattere fuori di concerto » e finalmente come « Inventore e direttore de’ Balli » ; e Giuseppe Conti, detto Prussia, che da figurante avanzerà a « primo grottesco »; e finalmente Celestina Sgherli, ultima nominata, che troviamo nel 1787 prima ballerina al Teatrino del Prato della Valle di Padova. Anzi il Brunelli 11 sospetta che a lei alluda l’ab. G. Gennari, narrando il seguente aneddoto : « Il luogo ove ora è il Recinto, era una stalla inerbata a comodo de’ bestiami del Prato in tempo di Fiera, d’onde vennegli il nome di Teatro Vacca... Questa denominazione suol essere disaggradevole alle Ballerine e alle Attrici. Per tal ragione quest’anno non è uscito il solito cartello d’opera. Temè una ballerina di poter prendere il nome, dalla abitazione antica de’ buoi, perciò non volle essere esposta all’affisso teatrale ». Nel 1767 si ripetono gl’incidenti sòrti in seguito alla visita rientrata di Giuseppe II. « Sua Maestà, dice in aggrovigliato tedesco burocratico un documento, aveva fatto avvertire graziosamente il signor conte d’Auesperg (che stava a Lubiana), per mezzo del segretario di gabinetto Pichler, che era risoluto di recarsi nell’autunno veniente a Trieste. Contemporaneamente gli veniva fatta la raccomandazione di provvedere ad uno spettacolo ben allestito d’opera per divertire il monarca « visto che in ottobre, notoriamente, i giorni sono già brevissimi ». Uno spettacolo ben allestito, nelle condizioni in cui si trovava la scena triestina!... Il conte d’Auersperg rispose chiaramente al signor segretario che il Teatro non disponeva di fondi e che chiedeva perciò da sei a settecento ducati. Intanto, aspettando il denaro, si cominciarono i preparativi. Quand’ecco, verso i primi d’agosto, un contrordine: il Pichler avverte il conte d’Auersperg che l’imperatore non sarebbe andato a Trieste. L Auersperg, uomo energico, e talora anche troppo, gli re-