320 dall’ora in poi Trieste era sotto la protezione dell’armata francese ». Il 23, di sera, entravano in città il nuovo comandante di Trieste, il generale Dugua e il generale di brigata Murat; e mentre il primo faceva inalberare il tricolore, il secondo, accompagnato da 30 ussari, si recava alla Cassa civica e ne levava 21000 franchi. « E per questa presa fu coniata una medaglia », conclude ironicamente il Jenner. E non è uno scherzo : esiste davvero una medaglia con la scritta : « Pas-sage du Tagliamento - Prise de Trieste ». Per render il buonumore ai Triestini, il generale Dugua ordinò che si riprendessero gli spettacoli. Il foglio cittadino, che con la nuova denominazione di Gazzetta di Trieste si fregiava del motto « Libertà - Uguaglianza », riferiva : « Lunedì la sera 27 del corrente venne riaperto il Teatro, e continuata la rappresentazione del Dramma in musica 11 Furbo contra il Furbo. Vi intervenne il Generale Dugua col suo Stato maggiore; ed il Teatro venne in tutti gli ordini de’ Palchi illuminato ».36 « Ma a fronte dell’illuminazione in tutti gli ordini de’ palchi, scarsissimo, e che potè computarsi a nulla, ne fu il concorso », commenta il Mainati. Quell’astensione in massa doveva apparire un brutto modo da parte dei Triestini di dimostrare la loro gratitudine per i liberatori. Il giorno dopo, il comandante Brechet espresse diplomaticamente la sua meraviglia col seguente Editto, stampato su fogli volanti e ne La Gazzetta-. « REPUBBLICA FRANCESE LIBERTÀ UGUAGLIANZA Trieste, il dì 8 Germinale Anno 5-to (28 Marzo 1797) Il Cittadino Brechet, Comandante Militare della Città, Castello e Porto di Trieste. Agli Abitanti della Città di Trieste. Osservai con dispiacere jeri sera, quanto poco il teatro fosse frequentato; quale mai ne sarebbe il motivo? quà come altrove voi siete amici de’ piaceri. Sarebbe ella forsi la comparsa de’ Francesi che ve ne avesse allontanati? Ciò non sia mai. Eglino sono vostri amici, come lo sono di tutti li popoli. Abbiate dunque maggior confidenza in essi, ed abbandonatevi con sicurezza, non solo alli vostri lavori ordinar], ma ancora a quella dolce gioja, a que’ piaceri innocenti che gustano tanto bene gli animi sensibili. Io spero, che in avvenire voi non ci priverete punto della emozione troppo cara della vostra riunione. Brechet ».” « Vana si rese la speranza », nota ancora il Mainati; « poiché durante la dimora de’ Francesi in questa città non venne frequentato