3J4 Accademia vocale ed Istrumentale in Teatro. Pietro Mazzoni, Virtuoso di canto, e Domenico Nardi, Professore di Violino, notificano a questo rispettabile PUBLICO, di avere ottenuto da’ Superiori il Permesso di dare un’Accademia vocale ed istrumentale in questo cesareo regio Teatro, e precisamente nella sera di Domenica, 14 del corrente agosto; ed in detta sera si eseguiranno li seguenti pezzi di Musica vocale ed istrumentale : 1) Due Sinfonie. 2) Un Aria cantata dal Signor Mazzoni suddetto. 3) Altra Sinfonia con diverse Variazioni nuovissime eseguite dal Signor Nardi suddetto. 4) Una Cavatina cantata dal Signor Mazzoni. 5) Altra Sinfonia con un gran Concerto del celebre Maestro Viotti, eseguito dal Signor Nardi. 6) Un Aria cantata dal Signor Mazzoni. 7) Una Sinfonia. 8) Altra Cavatina del Signor Mazzoni. Tanto nella musica vocale quanto nella istrumentale si sentiranno de’ pezzi nuovissimi; ed i Virtuosi suddetti si lusingano di poter ottenere il compatimento di questo PUBLICO rispettabile, dal quale sperano di essere favoriti. Il Teatro sarà illuminato a cera. Si darà principio alle ore otto in punto. Il Biglietto alla porta si pagherà 20 karantani, compresa la Platea; lasciando libero il corso alla generosità de’ Signori Concorrenti >>.12 Dalla menzionata nota di polizia risulta che anche nel 1796 venne rappresentata La Sepolta viva, questa volta dalla compagnia di Antonio Goldoni. Essa venne qui, probabilmente, nei mesi di agosto-settembre, perchè verso la fine di questo, agiva già al Ducale Teatro di Parma.13 Il Goldoni, attore mediocre, aveva sposato Gaetana Andolfati, sorella di Pietro; e questo era stato il principio della sua fortuna, perchè, associatosi al suocero Bartolomeo, si dimostrò ottimo capocomico. Per conto proprio poi, condusse per molti anni eccellenti riunioni di artisti, delle quali era stella la moglie, venuta in gran fama per le insuperate interpretazioni della Gabriella di Vergy, della Me-rope, sì del Maffei che dell’Alfieri, e di tante altre creature alfieriane e goldoniane. Alla sua morte, Antonio lasciava alla vedova 100.000 lire; disgraziatamente, ella affidò la direzione della compagnia al nipote Luigi Riva, il quale sperperò tutto, sia per imperizia, sia per soddisfare i suoi vizi, morendo improvvisamente, vittima delle proprie sregolatezze, nella primavera del 1822 a Trieste. La Goldoni,