190 fonio.1“ La quale aveva ottenuto a Vienna un successo così vivo, che, come dice lo stesso Salieri, fu la prima opera stampata in partitura.” Anche il Da Ponte trova la musica bellissima, pur criticando — naturalmente! — il libretto dell’abate rivale,80 e coglie l’occasione per narrare il seguente aneddoto : <( Casti, cui nessun può negare un infinito merito come poeta, non era per verità nè dotto, nè erudito. Egli aveva un dizionario enciclopedico su cui studiava le cose che non sapea, quando occorrevagli farne uso. Nell’opera di Trofonio, parlando de’ dialoghi di Platone scrisse questo verso: Plato nel suo Fedon, nel suo Timone. Fortunatamente per lui io che fui il primo a leggere il suo dramma e che dovea attender alla stampa, m’accorsi subito dell’errore, e vi posi Timeo. Quando io gli diedi la pruova dell’editore per l’ultima correzione, arrivato a quel verso, nel leggere Timeo, fermossi un poco, e mi chiese chi aveva cangiato Timone in Timeo. — Io, risposi, signor Abate. — Corse subito al suo Di/.., trpvò il suo errore, si diede un terribile colpo di mano alla fronte, arrossì, mi ringraziò, e volle a forza ch’io prendessi in dono quel suo Dizionario ».81 Il 3 febbraio si presentò la terza opera, La costanza in amor rende felici.** Il soggetto di questa « commedia per musica » vorrebbe esser cinese. Veramente le chinoiseries erano state di moda trent’anni prima con le commedie « di color mandarino » del Chiari (La schiava Chinese, Le sorelle chtnesi), con i romanzi (La Cinese in Europa pure del Chiari e altri, tradotti dal francese),83 con i ventagli, le porcellane, i paraventi, i mobili... fabbricati a Venezia.81 Il libretto del Bertati non diceva nulla di nuovo, nè di buono. Era una farsaccia impastata con i più vieti motivi, convenzionale nella concezione, nello svolgimento, nella strampalata pittura d’ambiente : basta leggere i nomi dei personaggi, tratti dalle fiabe gozziane, e le loro qualità per farsene un’idea. Calaf è addolorato di non aver figli; Abdul, capo dei Bonzi (!) gli rivela che dalla moglie Zemina non ne potrà mai avere, ma che l’idolo lo farà padre per mezzo della schiava Nannerino. Questa però è fidanzata a Pandoìfino; gli sposi, per prudenza, mettono in opera quello stratagemma che il patriarca Abramo aveva usato prima di tanti autori comici : si fanno passare per fratello e sorella, senza prevedere le conseguenze inevitabili... sulle scene. Calaf s’innamora di Nannertna e di Pandoìfino, Zemina e Dilare. La matassa s’ingarbuglia; per fortuna, il poeta ha una trovata nuova di zecca, e fa trave-