43 Il 1765 pareva voler esser l’anno dei festeggiamenti : nel luglio l’arciduca Pietro Leopoldo doveva sposare ad Innsbruck l’infante Maria Luigia, e tutta la Corte si era recata colà per assistere alla cerimonia. Il principe ereditario, che l’anno precedente era stato eletto re de’ Romani, aveva stabilito di passare per Trieste, tornando a Vienna. L’annunzio, naturalmente, aveva messo in sobbuglio l'intendenza. La venuta d’un principe era sempre un’occasione propizia per chiedere qualche concessione o per muover qualche reclamo; inoltre era anche una fonte di guadagno, perchè il visitatore ed il seguito non lesina-vano e attiravano in folla i curiosi dai luoghi vicini, specialmente da Gorizia, vera colonia di nobili. Geremia de Francol e Francesco Ernesto Bonomo de Stettner assunsero l’impresa del Teatro, impegnandosi di dare uno sfarzoso spettacolo d’opera rappresentando LIncognita perseguitata e I due Rivali,™ col famoso musico Sebastiano Folicaldi, che aveva cantato a Venezia, al S. Salvador, per la festa dell’Ascensione. Altri cantanti, oltre ai due nominati dovevano essere: la milanese Chiara Marini, prima donna seria, che dopo essersi fatta applaudire a Venezia nel 1752, 1753 e 1756, vi tornò quarantanni dopo a braccio dell’ultimo duca estense Ercole III, col quale si diceva fosse segretamente sposata;” il buffo Gio. Delpini; la romana Francesca Mucci « virtuosa di S. E. il Principe di S. Croce », Ludovico Felloni; Angiola Agostinelli; Agostino Lipparini. Ballerini: Gio. Batta Marti coreografo, che si faceva chiamare « Monsieur Jean Baptiste Martein » ; Maria An.ta Elzner; Franco Martini; Anna e Geltrude Pacini; Angelo Lolli; siga Cavazza (Maria Anna); Gio. Padovan. Quasi tutti si erano già presentati sulle scene veneziane. Maestro di cappella era Gio. Batt. Ar-cari.60 Era certo che con questi spettacoli il Teatro triestino sarebbe assorto a ben maggiore importanza. Fervevano i preparativi, quando tre gravi colpi abbatterono tutte le belle aspettative. Durante le feste ad Innsbruck, Francesco I moriva improvvisamente, fulminato dall’apoplessia (18 agosto); naturalmente, tutti i teatri dell’impero dovettero chiudersi e non si parlò più della visita progettata. Ma il colpo più grave per il Teatro fu la proibizione dei giuochi d’azzardo. Maria Teresa era una nemica dichiarata del giuoco, che cercò sempre di combattere in ogni modo; ma certo non potè spiegare tutta l’energia fin che visse il suo consorte, giuocatore appassionato a tal