i58 12 fi., per il biglietto d’ingresso d’un non abbonato ai palchi solo 34 x (soldi) e per l’ingresso alla platea, pure 34 x; inoltre 4 x per il posto. Per la stagione d’opera buffa, che seguiva dal 26-12 fino alla fine del carnevale settimanalmente sei volte, con due balli ad ogni rappresentazione, per un palco, secondo la diversità della grandezza e della posizione, solo ducati 41/2 fino 81/2, per l’abbonamento solo 6 f. 40 x, per il biglietto d’ingresso solo 17 x, inoltre 3 x per il posto di platea ».31 L’idea fu accolta con « visibile contento » dal pubblico; soltanto che invece di fare la stagione d’opera seria in primavera, si pensò di anticiparla in quaresima. Le lotte sostenute dal conte Zinzendorf per le accademie musicali, avevano preparato il terreno. Da tempo già correva voce che Giuseppe II avrebbe permesso gli spettacoli durante tutto l’anno,32 e Trieste infatti ebbe il privilegio di poter rappresentare l’opera seria, senza balli, durante la quaresima. Lo spettacolo si prolungò talvolta fino a Pasqua ed ebbe, come vedremo, un’importanza eccezionale.33 D’una stagione quaresimale nel 1783 non trovai alcuna traccia; probabilmente l’innovazione venne introdotta appena nell’anno seguente. In primavera tornò la compagnia di Antonio Sacco34 che viveva ormai dell’antica rinomanza. La sua compagnia era ridotta « un carcame scarnato », dice Carlo Gozzi. « Una società, ch’era prima la stessa armonia, era divenuta un inferno di dissensioni, di sospetti, di cruccio e d’odio ». Il pomo della discordia era stato gettato da una giovane attrice, Regina Gozzi, figlia del Pantalone Giov. Battista Gozzi, della quale l’annoso Truffaldino s’era perdutamente invaghito. La di lui figlia comica (Angela), che senza desiderare la morte del padre attendeva però l’eredità di quello, vedendo insidiate le di lui sostanze, malignava con imprudenza sulle sue debolezze amorose. « Le di lei parole giugnevano alle orecchie del vecchio, che, iracondo d’indole, entrava sulle furie e s’era ridotto ad odiare la propria figlia e a perversare contro lei cordialmente. I di lui compagni non meno della figlia dileggiavano le di lui leggerezze d’affetti, e perchè egli s’era eretto come dispotico della compagnia e degli utili di quella con danno considerabile de’ sozi, essi non frenavano le loro giuste lagnanze. Il vecchio, preso da una dispettosa vergogna di vedersi scoperto nelle sue debolezze, ostinato, impuntigliato in quelle e irritato dalle ragionevoli censure d’una ingiusta direzione e amministrazione, era divenuto una specie di demonio »,35