86 potè elevarsi a tale importanza, da esser pareggiato ai primi teatri d’Italia. Incominciò col mettere in scena i due drammi giocosi L’Avaro e La Vera Costanza, entrambi su musica dell’Anfossi, i quali avevano ottenuto un sì felice incontro, che nel 1777 L’Avaro venne eseguito ad Alessandria, Cuneo, Parma, Ravenna, Siena; La Vera Costanza, a Crema, Gorizia, Milano, Reggio, Sinigaglia, Vicenza; e tutt’e due a Torino e Trieste.24 Il Governatore vuol pregustare lo spettacolo e va « chez Pittoni entendre la repetition de l’opera Vavare » (21 dicembre). Il barone Pittoni alloggiava alla Locanda Grande e, a quanto pare, aveva messo il suo appartamento a disposizione della prima donna, per le prove. Di solito queste si tenevano appunto in casa della prima virtuosa, alla quale l’impresa doveva fornire un cembalo, uso che si mantenne ancora nei primi decenni del secolo seguente. « La prima Donna M.e Restorinj chanta à merveille, elle est puisamment laide, la seconde M.lle Delaj, fardée au possible avec le né de M.e Schell 25 et de beaux yeux et la chevelure d’un chien lion, la troisième M.elle Viglioli n’est point remarquable. Le primo buffo a manqué, le primo serio Babinj est d’une belle figure et a une voix interessante. Il y avait la danseuse Vigliolj ». Facciamo la conoscenza dei signori virtuosi. Catterina Ristorini era... un personaggio goldoniano. Il poeta veneziano si trovava nell’aprile del 1762 a Bologna, e pregato insistentemente dall’impresa-rio Ganassetti di scrivergli un libretto, compose La bella Verità, nella quale agiscono gli artisti scritturati, l’impresario ed anche l’autore, sotto il nome anagrammatico di Loran Glodoci. La Prima Buffa Angiolina era la Ristorini.26 Nella « Gazzetta Toscana » troviamo confermate le lodi del conte. La Restorini avendo sostituito nel passato autunno al Teatro di via della Pergola di Firenze la prima buffa Anna Zamperini, a detta della critica, « fece risaltare l’abilità sua nel possesso del Teatro, buona maniera di cantare, e perfetta intonazione, lontana assai da certi voli superflui, e poco grati all’orecchio di chi ascolta, onde incontrò l’universale applauso e ammirazione ».27 La Dall’Aj, detta la Parmigianina, aveva cantato ne L’Avaro l’autunno passato al S. Moisè di Venezia. I fasti teatrali tacciono su Barbara Viglioli. In quanto al buffo, ch’era Giuseppe Cosimi, è ben naturale che mancasse; stava provando a Venezia l’opera buffa del Rust Li due Protettori, con la quale doveva aprirsi il S. Moisè a