268 rittura facendolo marito di Teodora Ricci, al posto di quell’eccellente Francesco Bartoli. Il Federici incominciò a scrivere per il Teatro di S. Angelo nel 1787; quattr’anni dopo una malattia di petto interruppe quella fortunata carriera ». (Opere teatrali ecc. 1802, voi. I. Prefazione). La sua produzione è ricca: circa 70 fra commedie, drammi, tragedie, senza contare i lavori andati smarriti. Il tuono enfatico, l’abuso dell’incognito », deus ex machina, le troppe concessioni fatte al cattivo gusto d’allora, dopo aver dato vita a quel teatro, passata la moda, lo uccisero. 104 L’Osservatore Triestino, Appendice, n. XLIX del 18 giugno, pag. 301 e n. LI del 25 giugno 1792, pag. 321. Inesatto è quanto stampa l’ed. Bettini riguardo a L’Udienza : « fu scritto nel 1790 ed ottenne in Venezia ed ovunque fu recitato, non comune applauso e favore ». La Gazzetta Urbana Veneta dopo aver detto che il dramma è tratto dallo spagnuolo, aggiunge « La poca durata li quest’ultima produzione verificò il non favorevole presagio del suo destino, che si fece alla prima recita. » (n. 92 del 16 novembre, pag. 734 e n. 94 del 23 novembre 1791). Secondo le notizie dell’ed. Bettini (1819) La Disgrazia prova gli amici fu scritta nel 1789 e « piacque per tutto ». 105 Antonio Mauro (Mauri), discendente d’una famiglia di decoratori e scenografi veneziani, « mostrò che il Genio pittorico si compiace ancora di volare tratto tratto intorno le venete lagune », come scriveva liricamente il Giornale dei Teatri (Il Teatro Mod. Appi. 1796, t. III, pag. XVIII) quando il Mauro dipinse le scene per La Fenice. 106 L’Osservatore Triestino, Append. n. LII del 29 giugno 1792, pag. 326. 11 vero titolo de La Satira per Vendetta è Federico 11 Re di Prussia, dramma di Don Luciano Francesco Comella, tradotto da Pietro Andolfati; è pubblicato con note storiche in 11 Teatro Mod. Appi. 1796, t. II. L’Andolfati, nelle vesti del protagonista, illudeva « quegli stessi che avevano veduto e parlato con questo illustre monarca ». Anche Alberto Ferro si fece applaudire molto in questa parte, nella quale opportunamente aveva introdotta l’abitudine del re di tabaccare abbondantemente. Giacomo Modena si distingueva nella parte di Enrico Traslow. (Giornale dei Teatri, t. III. pag. XX-XXI). 107 L’Osservatore Triestino, Append. n. LUI del 2 luglio 1792, pag. 336. Un fatto accaduto durante una regata avrebbe ispirato alla contessa Giustiniana Wynne de Rosenberg una novella che inserì nel suo volume Pièces morales et sentimentales (Londres 1785). Questa novella, tradotta in italiano da L. A. Lfoschi], fu pubblicata l’anno seguente col titolo 11 Trionfo de’ Gondolieri ovvero Novella Viniziana Plebea (Venezia, Bologna e « pubblicata dall’abate Chiari », Napoli). Ne fu tratta una commedia, L’Eroe Gondoliere, o sia La regata di Venezia, che con esito felice venne rappresentata dalla compagnia Andolfati « e quindi da quella del Pelandi, operante sul Teatro di Sant’Angelo di Venezia, in poter del quale cadde per un tratto d’infedeltà d’un amanuense ». Nel carnevale del 1796 venne data ancora al Sant’Angelo come « d’incerto autore », ma Cosimo Giotti (Fiorentino!) se ne attribuì la paternità. Alessandro Zanchi molti anni dopo, sceneggiò anch’egli la novella battezzandola lui pure La regata di Venezia (Venezia, Molinari 1825), e la commedia, rappresentata nel carnevale del 1822 al teatro Vendramin di Venezia ebbe un gran-