328 carsi »; che avevano atteso il di lui ritorno, e visto che « il med.o da sì lungo tempo non ritorna, e che nemmeno vi è apparenza, se e quando sia per ritornare », chiedevano d’esser disimpegnati dell’in-carico. L’impegno di allestire la stagione quaresimale fu coraggiosamente assunto da Giuseppe Scaramella e Francesco Schmòlz. Purtroppo, manca in proposito ogni ragguaglio. L’Osservatore tace e l’unico documento che ne parli, è una supplica dello stesso Scaramella: « Nel mentre gl’infr.ti si diedero tutta la pena senza riflesso al proprio interesse, di dare durante la cadente quadragesima il noto trattenimento Teatrale, ebbero dall’altro canto la vera compiacenza d’essere stato non solo da questo stesso Ecc.so Governo, ma anche da tutto il Publico di questa Città gradito, e compatito il trattenimento medesimo d’opera Seria, e Buffa : anzi per rendere più dilettevole, e completo presentatosi l’incontro del passaggio per questa Città alla volta di Pietroburgo del rinomato Ballerino Duqueney r'!> procurarono, senza riguardo à spese, di accordarlo colla sua produz.e accompagnato da Ballerini, e figuranti non alterando minimamente l’entrata, ed ab-bonature. Il zelo degl’inf.ti chiede una ricognizione qualunque à discrezione della bontà del Ces. Reg. Direzione Teatrale. Trieste 29 Marzo 1798. Giuseppe Scaramella e comp. ». La Direzione riconobbe la buona volontà degl’impresari e concesse loro un sussidio di f. 200, « una volta per sempre e senza conseguenze » (2 aprile).60 Intanto s’era messa in cerca d’un impresario, pronto ad addossarsi gl’impegni abbandonati dallo Zardon. Si offerse il ballerino Eusebio Luzzi; ma l’impresa venne affidata ai soci Scaramella e Schmòlz, come primi oblatori, i quali accettarono i patti e le condizioni proposte dal Luzzi, con la clausola che l’appalto sarebbe entrato in vigore « dal prossimo Autunno impoi, qualora se Antonio Zardon lor ceda formalmente detta Stagione, che entra ancora nello spirante Contratto, oppure in caso diverso dal venturo Natale » (21 marzo). Il contratto venne stipulato il 20 maggio, avendo lo Zardon fatto cessione regolare dei suoi diritti con istrumento privato. I due soci si obbligavano di dare l’opera seria nel prossimo autunno a norma del vecchio contratto del 7 maggio 1793. Le condizioni erano rimaste invariate salvo qualche aggiunta: così, per esempio, si prescriveva per l’autunno del 1799 « o il Sig. Luigi Marchesi, ò il Sig. Martini detto il Senesino, ò la Sig. Bilington, ò la Sig. Grassini, ò