il magnanimo e ricchissimo doge Sebastiano Ziaiti (ii']2-ii']&) che aveva, dicevasi, trovata nei suoi fondi d’Altino una vacca antica d’oro massiccio, apriva al popolo - comperate ortaglie e case - intorno al nuovo campanile, la Piazza e la Piazzetta e, sulle mura e sulle torri abbattute, allargava il Palazzo. Tanto sicura, libera e abbondante che il Papa, l’Imperatore e i Lombardi la sceglievano (iill) per l’universale convegno di pace. Già allora, dentro il circuito che pare fosse presso a poco l’attuale, il nuovo palazzo per quei nuovi ordinamenti di governo doveva essere disposto in modo da corrispondere nei punti salienti alla topografia generale che ancora conserva. L’appartamento ricchissimo del Doge, ristrettosi sempre più verso le absidi del santuario, era custodito non solo dagli Scudieri ma anche, in nome pubblico, dai Consiglieri del Doge (v. Tav. 58), che dovevano in tutto agire con lui. Sopra, coi Consiglieri e coi Savi o Ministri, il Doge Angolo del Palazzo AL PONTE DELLA PAGLIA, CON FREGI BIZANTINI