nali che naturalmente si propende a credere estranei al canto, interpolati, in un certo modo, e non isolati e resi tali dall’eccessivo impoverimento del nucleo che li legava al resto del canto. Ma occorre anche non dimenticare che lo spirito del popolo c del contadino polacco (la maggior parte dei canti è d’origine rurale) è portato a codesta drammatizzazione e al dialogare, molto più che non al lirismo ed alla narrazione; nè che moltissimi canti sono accompagnati da cerimonie e da riti, onde assumono, per necessità di cose, la forma drammatica che è propria delle rappresentazioni. Ed un altro elemento troviamo qualche volta: un elemento irrazionale, a prima vista quasi estraneo al canto, che dopo un più largo esame, invece si sarebbe propensi a definire piuttosto un commento di una persona, che non è fra i protagonisti. Questo elemento che si potrebbe considerare corale, nel senso manzoniano, sembra esprimere i commenti dell’anonimo poeta popolare all’azione narrata dal canto. Se ne venisse accertata la presenza, la scoperta avrebbe un significato veramente notevole, perchè il canto polacco si potrebbe considerare in posizione affatto autonoma quasi come punto intermedio fra l’impersonalità, l’obbiettività dei canti slavimeridionali e il personalismo più netto, proprio di alcuni canti latini e germanici. Alla forza drammatica, il canto popolare polacco aggiunge un’altra caratteristica: la ricchezza di forme metriche e la libertà grandissima nel formare le strofe, che permette di dare al canto, alternando i versi di struttura e ritmo più differente, una aderenza quasi sempre perfetta della forma al contenuto, che dà rilievo maggiore anche alla naturale vivezza. Questa ricchezza di versificazione è intimamente legata ad un altro carattere particolare dei canti popolari polacchi : la ricchezza del- * 12 *