L'ANGOLO “DI ADAMO ED ÈVA „ O “DELLA VITA UMANA,,. Come prora di nave scolpita a grandi figure, l’angolo emerge su gli archi che qui si scontrano quali onde opposte. Sopra la corda, il tabernacolo in cima pare la gabbia della galea. La similitudine marinaresca è stata bene sentita da chi volle raffigurati in questo capitello d’angolo della loggia i punti cardinali o i quattro venti “ ponente, ostro, levante, tramontana,, come vi è scritto. Tempestosamente naviga la vita umana. In basso, sul grosso capitello dei pianeti, Dio, seduto in trono, la crea con Adamo dal fango. Di là germina il peccato, fatto presente e vivo nei due Primi Parenti, ai lati dell’albero demoniaco, che col tronco segna il saliente profilo archi-tettonico. Per l’inesperienza di rendere il nudo, il grande dittico amatorio parve molto antico, mentre ora si vorrebbe fosse dei maestri lombardi venuti dal Duomo di Milano nel primo Quattrocento. Dalla colpa deriva il castigo, raffigurato dall’arcangelo Michele, che domina sopra con la ferrea spada e la bilancia, ma sereno, in paludamenti romani. Fratello del bellissimo arcangelo Raffaele, e dell’arcangelo della grazia, Gabriele, posti su gli altri due cantoni, egli, stretto fra dua sezioni di circolo, pare essersi posato qui ora, battendo e chiudendo le ali, e mira la triste sorte umana segnata sotto, nel capitello, dai pianeti raffigurati insieme coi segni dello zodiaco, nei quali, secondo le teorie astrologiche, abitano e per i quali passano in congiungimenti fatali. Vediamo la giovane Luna sulla barca accompagnata dal Cancro, proprio in quella congiunzione felice di astri, in cui il 25 marzo 421 nacque Venezia, poi Mercurio dottore che insegna ai Gemelli e alla Vergine, poi Venere sul Toro, bellissima donna che si specchia, poi Marte, il Sole sul Leone e il vecchio Saturno. Il ciclo figurato dell’antica superstizione ha un alto significato morale: tutto avviene di necessità per volere divino.