IL “SAN CRISTOFORO DI TIZIANO, SULLA SCALA SEGRETA DEL DOGE. Il gigantesco traghettatore appare enorme sul cielo altissimo, mentre l’orizzonte è tanto basso, che appena si scorge lontano il campanile. Si ha la suggestione opprimente della laguna inaccessibile. Forse ne è derivata la vecchia diceria che il doge Andrea Qritti (1523-1538) facesse dipingere dal prediletto Tiziano il « San Cristoforo » per rintuzzare la minaccia del Marchese di Pescara di colmare, divergendo i fiumi, la laguna e passarvi con le truppe e coi carri. Per di là non passavano che i Santi e i Veneziani. La storiella è meglio trovata dell’altra che il Doge avesse nel 1523 voluto con quel «San Cristoforo » palesare prudentemente simpatia pei Francesi, allora accampati presso Milano a San Cristoforo. In ogni modo è ben naturale che il Gritti, fatto una volta prigioniero dai Turchi e un’altra dai Francesi, e che della prigionia si era giovato a trattar meglio la pace con Turchi e Francesi, e che era rimasto illeso in tante battaglie anche a Marignano e a Novara, professasse superstizioso culto al Santo salvatore di chiunque lo guarda. Dicono gli antichi versi: Cristophori sancii speciem quicumque tuetur Ipse nempe die non mala morte monetar. Ogni giorno il Doge vedeva l’affresco quando lasciava, già nelle prime ore del mattino, il suo appartamento, e, passando per l’andito, saliva dalla scala segreta sù alla Cappella per la messa e al Collegio, per la prima lettura dei dispacci. Montiamovi anche noi, per quanto la scala sia oggi interrotta, a salutare il Santo e Tiziano. 11 bellissimo Bimbo si fa sempre più pesante e le ossa de! gigante cigolano nelle giunture. Tiziano, che sapientemente sovrapponeva colore a colore su le sue tele, non amava l’improvvisazione dell’affresco, e anche qui lo sentiamo; ma nella drammaticità della figura e nelle larghe masse vivacissime di colore egli è pur sempre Tiziano!