L’ANGOLO “DEL BUON GIUDIZIO „ DE! MAESTRI TOSCANI. L’angolo presso la Basilica è fatto, dagli ornamenti scultorei dei maestri toscani della prima Rinascenza, più bello degli altri angoli di Palazzo, ma con essi venezianamente concorda nell’ intento decorativo. I due soci fiorentini, come qui si firmavano, Pietro di Niccolò Lamberti d’Arezzo e Giovanni di Martino da Fiesole, erano diventati un po’ veneziani, coronando la Basilica con le foglie rampanti e con gli angioli oranti e adattando, nel 1423 per il monumento Mocenigo a San Zanipolo, il nuovo stile fiorentino alla gotica imponenza veneziana. In questo capitello, come nel seguente coi putti nudi, e in qualche altro, il loro ricco fogliame è sempre go' tico, come quello del grande capitello angolare dei pianeti, fatto solo più morbido, agile e vivo; e similmente dentro vi si annidano la bellissima «Giustizia» e coloro che diedero celebri leggi ed esempi. Traiano, a cavallo davanti alla vedovella, parla con toscana efficacia, pur senza l’apparato della visione dantesca; Mosè, Solone, Scipione, Aristotele hanno intorno giovani in lucco e cappuccio o in beretti orientali, e Nutna sta presso il campanile, che pare quello di Giotto. Del « Giudizio di Salomone » si vorrebbe fosse autore un artista di più forte stile, ma toscano sempre e della stessa covata di quelli di Santa Maria del Fiore, cioè quel Nani di Banco detto il Rosso, compagno di Donatello, che prima a Verona e poi qui (1424-1432) avrebbe sentito mirabilmente i! prestigio dell’arte settentrionale, pittoresca e veristica. Dal gruppo angolare dei Primi Parenti imitò, a rompere lo spigolo, il tronco flessibile del fico, sul quale incise la sua sigla della lucertola, e lo adoprò come appoggio a sostenere la combinata azione del giustiziere e della madre. È una mamma veneziana, con lo scialle in testa, straziata nel volto che freme e grida, mentre il bellissimo re, levato il braccio, trattiene il colpo vibrato sul bimbo.