IL SOFFITTO DELLA SALA DEL ORAN CONSÌGLIO. Le cornici larghe, possenti, disegnate meno barocca-mente che in Senato da Cristoforo Sorte, sèrbano, in tanto svariar di curve, grandiosa unità, e i dipinti, nella tonalità ambrata, si sposano mirabilmente alla profusa maestà dell'oro che s’alza e trabocca nei rilievi. Bene fu mantenuta la promessa, fatta dopo l’incendio del 1577, che gli ornamenti nuovi nell’antico ambiente sarebbero stati « grandi e illustri ». Le pareti furono riservate alle celebri gesta dogali, il soffitto venne dedicato invece, anche perchè maggior numero di nobili famiglie ne avessero il vanto, alle imprese dei Provveditori militari. Intorno alle tre grandi allegorie si svolge, così, un epico poema di battaglie, che, dopo le più antiche del soffitto della Sala dello Scrutinio, raccontano qui la conquista di terraferma nel secolo XV, poi la lotta per l’egemonia in Italia, e la difesa dopo Cambrai. Il ciclo comincia e termina verso Io Scrutinio con la « Battaglia sul Po » (1427) e la « Riconquista di Padova » (1509), entrambe del Palma giovane. Stanno a due a due anche tutte le altre Battaglie di Francesco Bassano, del Tintoretto e di Paolo. 1 chiaroscuri celebrano personali episodi eroici, o sono apologetici come, verso il molo, la consegna agli inviati di Norimberga delle richieste costituzioni venete, e il rifiuto di fare assassinare lo Sforza, e di entrare in lega col Turco contro i Cristiani anche nell’estrema necessità. I ritratti dogali tengono il posto antico, e, da Obelerio Antenoreo (804) nel mezzo, dove era anticamente il trono, arrivano a Francesco Venier (1554). Tanti sono che è difficile ravvisarne taluno; solo là in fondo si segna a dito colui che manca- Marino Falier (f 1355). Nel 1366 si era proposto di cancellare al suo ritratto la testa e di scrivere lì la condanna; ma i Dieci lo vollero distrutto, e su un fondo cinereo furono poste le parole: hic est locus marini FAI.ETRI DECAPITATUS PRO CRIMINIBUS.