IL "RICEVIMENTO DI ENRICO III AL LIDO,,, DI ANDREA VICENTINO, NELLA SALA DELLE QUATTRO PORTE. Dal mare bisogna venire per godere le meraviglie del bacino di San Marco dove Venezia siede regina. Oli ospiti giungendo da terraferma erano da Marghera traghettati a Murano, poi al Lido, e di lì partivano per gli ingressi solenni (v. Tav. 14). Enrico 111, il 18 luglio 1574, scendeva a San Nicoletto di Lido col Doge e il Cardinale nipote del Papa, accolto dal Patriarca, mentre l’attendevano col baldacchino d'oro Sebastiano Venier e Niccolò da Ponte, prossimi Dogi, e gli altri quattro Procuratori. Procederà il Re tra gli armigeri, vestiti dei suoi colori azzurro e giallo, sotto l’arco che il Palladio aveva immaginato, memore di quello di Settimio Severo, e che Tintoretto e Paolo avevano ornato a gara; di là passerà alla bellissima loggia dalle gigantesche colonne e all’altare. Ora egli sosta e guarda. Naviga davanti a lui la flotta dei vincitori di Lepanto: la «Capitana » del Provveditore del Golfo con le otto galee, e con cinque quella del Capitano di Candia, e i quaranta brigantini delle arti con allegorici addobbi. Il Bucintoro splende dorato a nuovo, coperto della gran tenda d’ormesino a liste gialle e azzurre che Enrico farà togliere davanti a San Marco per meglio vedere. Tuonano le artiglierie dai forti di Sant’Andrea e di San Nicoletto, e dalle navi. Fra tanto apparato di guerra e di gloria, nella gondola ombrosa una donna gentile attende. Ella è ben nota al Re, che ieri a notte furtivamente in gondola, col Duca di Ferrara, è entrato in Venezia per conoscervi le belle e facili donne. Nella febbre dei suoi vent’anni egli avrà spesso poi dolci convegni notturni con la divina Vittoria della Compagnia dei Gelosi, con la Franco e altre cortigiane famose, mentre i cantori, davanti a Ca’ Foscari, credendolo nelle sue stanze, intoneranno l’inno di gloria sulla musica nuova di monsignor Zeriino.