IL SETTECENTO, E IL “ TRIONFO DI VENEZIA DI GIAMBATTISTA TIEPOLO, NELLA SALA DELLE QUATTRO PORTE. Tanta pittura si era venuta addensando in Palazzo, che ben poco vi trovavano da fare, per quanto prodighi d’opere e attraentissimi, i pittori veneziani del Settecento. Dovettero accontentarsi di restauri e di sostituzioni. Così quando due degli affreschi del Tintoretto, quelli nei lunettoni sopra le finestre della Sala delle quattro porte, si ridussero irriconoscibili, furono incaricati il Bambini, e per fortuna anche O. B. Tiepolo, di rifarvi su tela: il primo, Venezia dominatrice del mondo, e, il secondo, questa apoteosi della Regina del mare, opera stupenda che pur in tanto fasto appare meravigliosa di ricchezza e di bellezza. Solo occhi di pittore potevano vedere allora Venezia coperta di ermellino, incoronata, carica di gemme, e il mare, nella figura di Nettuno, versarle la cornucopia dei tesori. ♦ Scarsi i capitali, misurato il giro del soldo, ogni classe di persone impoverita, esausto il gran traffico del mare », scrivevano lamentandosi i Savi della Mercanzia nel 1739; ma più la realtà era grama e più il sogno la vestiva di riflessi magici, di sete, di perle e d’oro. Bastava che Nettuno mantenesse alla sua Venezia - ed è pur sempre grandissimo dono - l’aria densa di sali, di riflessi, di opalescenze, perchè gli occhi del Tiepolo e del Guardi giungessero a cavarne, dopo il raffinamento di tanta tradizione d’arte, nuovi inesplorati tesori e a farne vibrare, quasi in una divina ebbrezza, le loro tele come nessun altro prima, nè forse poi. Del resto la povertà non toglieva, anzi affinava il buon gusto, e se allora qui presso, in Senato, i seggi si rifacevano in semplice abete dipinto, riuscivano però graziosissimi e confortevoli, adatti a Signori che volevano discutere con calma come si potesse governare il buon popolo umanamente, e non sentivano che fuori, lontana, si addensava la tempesta rivoluzionaria.