19 to; b) l'impegno dell’Ungheria di prendere in particolare considerazione le domande dell’Italia per facilitazioni doganali soggette al regime della clausola della Nazione più favorita, come pure per l’attuazione del regime delle restrizioni alle importazioni. Tra l’Italia e l’Austria, l’Italia e l’Ungheria e l’Austria e l’Ungheria sono intervenute intese per apportare miglioramenti a-gli Accordi bilaterali esistenti sulle importazioni, conosciuti comunemente col nome di « Accordi del Semmering ». E’ stata i-noltre firmata una Convenzione italo-au-striaca per lo sviluppo del traffico italo-au-striaco attraverso il porto di Trieste, ed è stata parafata una Convenzione italo-un-gherese per lo sviluppo del traffico ungherese in transito per il porto di Fiume. La visita a Trieste del Signor Stock-inger, Ministro federale austriaco del commercio, segnò la fase conclusiva delle trattative italo-austriache, con l’attuazione dell’Accordo portuale. Il 20 Giugno giungeva a Trieste la Delegazione austriaca pelle prime prese di contatto ufficiali con gli esponenti dell’economia triestina. Lo scopo di tale visita era di sanzionare ufficialmente la convenzione di Roma e di elaborare le clausole in sede tecnica. In questo senso il lavoro portato a termine è stato cospicuo: nei due giorni di permanenza a Trieste la Delegazione ebbe modo di esaminare gli elementi fondamentali delPeco-nomia triestina e di accertarne l’efficacia non solo nel quadro dell’economia nazionale, ma in quello delle possibilità per una ripresa dei traffici austriaci anche verso i mercati dell’estero più lontani. Due anni dopo la firma di tali Protocolli, il Capo del Governo italiano, il Cancelliere federale d’Austria e il Presidente del Consiglio d’Ungheria si sono riuniti in Roma il 23 Marzo 1936, per firmare tre Protocolli addizionali ai Protocolli di Roma del 17 Marzo 1934- Nei Protocolli I e III si riafferma la concezione politica italiana, per evitare ogni e qualsiasi complicazione imprevedibile nel bacino danubiano: i tre Paesi decidono di costituirsi in gruppo e di creare a questo scopo un organo competente di consultazione reciproca, composto dai Ministri per gli Affari Esteri dei tre Stati firmatari. Importanza specifica, dal punto di vista economico, ha il Protocollo II, in cui è detto che, sebbene i tre Governi siano completamente d’accordo sull’utilità dello sviluppo delle loro relazioni economiche con altri Stati danubiani, essi riconoscono che per ora una tale intensificazione non potrebbe effettuarsi che con accordi bilaterali. Ma, per la loro natura, i tre Protocolli devono considerarsi un tutto unico: il testo politico è la premessa necessaria degli accordi economici e questi danno sostanza a quelli. Ad ogni modo è lecito attendersi che, man mano che il volume dei traffici aumenterà in grazia delle ricordate concessioni e in vista della ripresa generale e di quella specifica dell’economia austriaca, il vantaggio dell’economia triestina vada accrescendosi in proporzione. Questa aspettativa è confortata dal fatto che le cifre relative al traffico totale attraverso il porto di Trieste hanno segnato nel 1934 un aumento di 605.087 tonnellate rispetto al 1933. Tale aumento ci autorizza quindi a sperare anche che, quanto prima, gli uomini d’affari triestini possano trasfor-