15 « che le piccole isole di Plavnik, Unia, Cali nidole, Palazzuoli, S. Pietro di Nembi, « Asinelio, Gruica e i vicini isolotti. « Nota. — La frontiera sarà tracciata... « fino a Idria. Da questo punto seguirà in « direzione di sud-est verso lo Schneeberg « (Nevoso) lasciando fuori del territorio itaci liano tutto il bacino della Sava e dei suoi <» affluenti; dallo Schneeberg la frontiera « scenderà verso la costa in modo da inclu-« dere Castua, Mattuglie, Volosca nel terri-« torio italiano. Art. 5. — « L’Italia avrà anche la pro-« vincia di Dalmazia nei suoi confini am-« ministrativi attuali. « Nota. — Sarà dato alla Croazia nell’Al-« to Adriatico tutta la costa, dalla baia di « Volosca, sul confine istriano, fino alla « frontiera settentrionale della Dalmazia « comprendente il litorale attualmente un- ii gherese e tutta la costa della Croazia, il « porto di Fiume... Art. 6. — « L’Italia avrà la completa so-< vranità tra Vallona, l’isola di Saseno e « su un territorio circostante... ». Naturalmente si supponeva che, a guerra vinta, si potessero ottenere tali compensi; ma, purtroppo, quando il conflitto mondiale stava per cedere il posto alla pace, un nuovo fattore di discordie si aggiunse; l’abitudine alle Conferenze, suscitate e mantenute da parassiti voraci, desiderosi di difendere gli altrui eroismi per sfruttare a proprio indegno vantaggio la situazione dolorosa. Astro del momento fu il teorico politico Wilson. Già dal 18 Ottobre 1919, il deputato fiumano Ossoinak richiedeva apertamente per la sua città, italiana nel passato, italiana nel presente, il diritto di autodecisione. Finita la guerra, i Trattati del Trianon e di San Germano, dimentichi dei Patti prebellici, restituirono all’Adriatico press’a poco la configurazione che aveva prima della guerra. Fiume fu abbandonata alla mercè di due vicini in contrasto; poco dopo, gli Alleati, spinti dal contegno della cittadinanza fiumana, che ardeva di passione nazionale, cominciarono a formulare i vari progetti: Wilson, Tardieu, Gay (ispirato dall’Ossoi-nak), Richard (di ispirazione fiumana) e infine quello George; tutti falliti. All’opera internazionale si intrecciarono gli eventi, che, per quanto cari al nostro cuore di italiani, non possiamo qui considerare minutamente; certo, l’eroismo dei Fiumani e l’intervento pronto dei Legionari d’Annunziani influirono enormemente sulle decisioni prese in seguito. La soluzione della questione fu affidata alle due parti contendenti, fuori dell'ambito di discussione in sede di Conferenza internazionale. Durante i ministeri Giolitti e Sforza si tennero le Conferenze di San Remo e di Pai-lanza, che terminarono nell’Accordo sui generis di Rapallo, il 12 Novembre 1920; Fiume divenne Stato indipendente, l’Italia ebbe la Venezia Giulia fino al Monte Nevoso con le isole del Quamero, Cherso e Lussin, ma rinunziò alla Dalmazia e alle sue isole, meno Zara e Lagosta. Il malcontento dei Fiumani per questa soluzione si risolse con l’annessione di Fiume all’Italia, il 27 Gennaio 1924. Fu poi indetta una Conferenza italo-jugoslava, che, dopo varie vicende, terminò con l’Accordo di Nettuno, firmato il 20 Luglio 1925 ad Anzio; per tale Accordo si è resa possibile l’assistenza alle minoranze i-taliane sulla costa dalmata. Inoltre al Regno