80 rola non è ancora totalmente mutata, perchè questa via attraversa regioni povere, che in parte non possono essere sfruttate neppure industrialmente, e l’orientamento del traffico dalla linea Zagabria-Susak per Spalato non è nè razionale nè finanziariamente conveniente, benché Spalato sia parificata a Susak per la tariffa ferroviaria. La linea della Lika inoltre non è sufficiente per il trasporto di merce di grande massa e, oltre alle altre numerose deficienze che rileveremo in seguito, ha gran parte del percorso esposto durante l’inverno a violente intemperie e a tormente di neve che spesso rendono il movimento irregolare e difettoso. Essendo questa l’unica ferrovia che unisce il porto in esame al suo retroterra, è evidente e naturale che l’avvenire di Spalato dipende in primo luogo dalla costruzione di linee di comunicazione razionali e favorevoli, come si propone il programma ferroviario della Jugoslavia. Il porto di Spalato non ha per ora alcuna importanza come scalo di transito, perchè appena il 5 % del suo traffico totale spetta alle merci di transito. Spalato deve la sua superiorità fra i porti jugoslavi alla intensa vita economica del suo retroterra immediato e particolarmente di quello del litorale dalmatico. Infatti, la costa della Dalmazia centrale, per la quale Spalato ha funzione di fornitore e di rappresentante commerciale con le innumerevoli isole antistanti, è assai popolata e adatta alla attuazione del programma di avvaloramento stabilito dal Governo jugoslavo. Nelle immediate vicinanze del porto si trovano i giacimenti di marna, che si estendono su tutto il settore geologico situato fra Traù e Macarsca e che raggiunge a Spalato il maggiore spessore: da 900 a 200 metri. Questa materia prima, che è sfruttata da circa vent’anni, costituisce la base della vita industriale di Spalato e dei suoi dintorni ed è il principale titolo del traffico marittimo. Tre grandi fabbriche per la produzione del cemento lavorano già oggi con una produzione media di 500 mila tonn. all’anno; è probabile che in un non lontano avvenire sorgano a Spalato altri stabilimenti industriali, ma con l’aiuto di capitali stranieri. Inoltre esiste nell’immediato retroterra possibilità di sfruttamento e di trattamento di altre materie prime e di estrazione di minerali atti all’esportazione, come il carbone, la bauxite, il carburo di calcio, la calciociana-mide, la pietra da costruzione, ecc. La quantità disponibile di carbone bianco permette anche la industrializzazione e la elettrificazione a buon mercato e per numerose imprese. Per la produzione e l’esportazione sono anche da ricordare alcuni prodotti agricoli: frutta, piante medicinali, vini, piretro ed altri. Queste sono le risorse cospicue e sicure, dalle quali il porto di Spalato trae il contingente per il suo traffico attuale. Per quanto riguarda la capacità del porto, bisogna riconoscere che essa è già oggi insufficiente. Bisogna anzitutto fare distinzione fra il porto industriale di Spalato (sjeverna Vranjic luka) e il cosiddetto por-to-città (gradska), ossia il vecchio porto di Spalato. Il porto industriale si trova nella baia di Salnona e Vragnize, che formano il confine del Comune. Lo scalo industriale è stato costruito dall’iniziativa privata, senza al-