— i7i — L’Igumeno Lo compresi e non piango. D’ allegrezza Se piangere sapessi, o mio Vladica, O come dolce mi saria. Ma quando Per giubilo m’ accendo, allora a un tratto La troppa gioia in me raggela il pianto. (S’odono molti colpi alle porte dì cucina ; li credono dati da un pazzo). L’ Igumeno Ci soccorra 1’Eterno! E poi che amico Della gioia ne viene oggi il sorriso Animatore, benvenuto anch’ esso Sia pure il pazzo, e del suo dire ancora Il fortunato mio tetto si allegri. ( Entra Vuco Mandussich, mostra spezzate al petto le tocche e porta um schioppo rotto. Presso al fuoco siede, senza dare T usato saluto « vi aiuti Iddio » Tutti se ne meravigliano.