— 165 — Si scuoton gli avelli da tempo obbliati, Ed ecco ravvolti di candide vesta, Fremendo degli avi gli scheletri uscir; E a schiere sull’ ali dal vento levati, Diritto a Cettigne volando venir. Sul piano eccheggiante d’ arcano susurro, Ei danzano a tondo con passo legger; Di cigni una schiera, che fenda 1’ azzurro Cristallo del lago, diresti veder. O prole valente del vecchio Martino, Che un seno ha nutrito, che accolse una cuna; O Lupo Burilo guerriero divino; Novacco, che primo sul bruno cavai, Scendendo dal Monte, la turca fortuna Trafitta vedesti da piaga mortai; Chi offrirvi può serto, chetali’opre mirande Dell’alto coraggio sia premio ed onor ? La Nera - Montagna, che libera or spande Sue penne è ricordo del vostro valor. L’Igumeno Stefano si presenta in mezzo al popolo; due servi lo seguono portando una pentola con suvvi 20 Oke di frumento cotto, misto a grani di melagrano e bagnati di vino e di miele. Tutti meravigliando si raccolgono intorno all’ Igumeno, per vedere che cosa intendesse fare. I due servi depongono la pentola sull’ aia, e l'Igumeno: