-21 — Corte le mani mie, poche ho le forze ; Orfano sono, arida foglia in preda Dell’ uragano, e di soccorso un braccio Amoroso non ho. La stirpe mia Dorme il sonno dei morti; a ms infernale Bolgia è la terra; spiriti maligni Mi son fatti i viventi, e alle preghiere, Alle lagrime mie sta chiuso il cielo. Ahi destino fatale! infausto giorno! Misera Serbia soffocata ! A molti De’ tuoi mali sorvissi, ed or mi stringe Di combatter desio quel che t’ angoscia Più crudamente. Ah si, lo voglio - Al corpo Se la testa divelli, e 1’ altre membra Cadon fiaccate. Umana peste, o Turco, Ti disperda 1’ Eterno ! E non ti basta L’ aver di già mezza la terra, o rio ; Avvelenata, che turbar ti sforzi Colla perfidia tua, queste scoscese Povere balze ? Dal Danubio al mare Ti fu poco, crudel, tutta coll’ armi Domar la Serbia ? poco ancor lo scettro Stringer bagnato d’ uman sangue, e Cristo Dal suo tempio schernir con detti audaci; Or anche aneli soffocar fin 1’ ombra Di quella fede, che a conforto nostro, Qui fuggendo portammo, ed a ricordo D’ una stirpe d’ eroi. Ve’ dell’ iniquo