Ripetendo il saluto d’ amor Da una terra non serva, io ti sento ! E alla speme rinascemi in cor. Di quei duci famosi la stella, Che immortale di Grecia fa il lido, E superba pur essa si abbella La sovrana del Tebro città, Di tue gesta mirabili al grido, È coni’ astro che luce non ha. Quando appare Milosse, 1’ imprese Di Leonida e Muzio che sono ? O portento ! il suo braccio egli stese, Crollò il soglio, 1' averno tremò. Cadde Milos - Qual’ ostia sul trono Del nemico esacrato posò. Egli posa il miraeoi guerriero Come allora che, il petto gagliardo Tutto pieno del grande pensiero, Fra le barbare torme volò ; E del fuoco onde ardevagli il guardo Del tiranno l’aspetto domò; Come allor che sprezzando 1’ umano Folle senno e 1’ ordita congiura ; Bello come la fede, sovrano