— 63 — Viè più stringendo 1’ infelice preda La concitava. Come vane io vidi Tutte le cure mie, strinsi di forza Risoluto una sferza, e sulle membra Dell'osessa menai, senza riserbo, Tanti colpì così, che nelle carni La vesta ne cacciai. Fu allora, amici, Che alla fuga si diè Sàtana, ed essa L’ alma cognata, rinsavì di botto. Vaivoda Batrich. M’ hanno i Turchi falsato il buon fratello. A che celarlo? D’ogni parte stretta, Questa terra non può porgere asilo Ch’ a una stirpe, a una fè. Giuocar d’ astuzia E simular più non conviene, ed io, Come il cuore mi detta, in brevi accenti, 11 mio consiglio debbo aprirvi. Udite : Una fede ci lega, e alla difesa Della nostra, 1’ avita, or tutti uniti Combattere dobbiamo infino a tanto Che sangue avremmo nelle vene. Il lupo Non abbisogna del volpino ingegno, Nè d’ occhiali fa duopo allo sparviero. Ratti adunque sorgiamo, e minareti Atterrando e moschee, folgori, il giorno