— 49 — Il cielo amaramente Sorride all’ uom sovente ! Della vendetta propinando a Dio Il nappo, Ivano innalza la preghiera Del cor che freme e spera. L’ anima un sol desìo. Sparso le nivee chiome Per le spalle robuste insino al petto, E nella destra stretto L’ acciaro, e il caro nome Del fratello invocando, inesorato Sorge, vola, combatte, e ferro e mano Tigne nell' odiato Sangue del Ottomano. Ei va co’ passi numerando i vinti ; S’aggira fra gli estinti, E fra le stragi là, come se 1’ ira Non possa in lui de’ fulmini terreni, E sulla testa Iddio gli tenga il dito. Signor dal sonno suo non sia tradito, Tanto nel caldo immaginar si accese ! E 1’ antico gli rese Favor fortuna di Carùc sui campi. Ruggì tra il fumo e i lampi La fraterna vendetta, e fulminati Quindicimila caddero sul suolo, Nè fe ritorno un solo Dai solchi insanguinati. 4