ilei 1702. Per ben comprendere 1’ opera de! poeta, è necessario rivolgere uno sguardo alla storia del paese prima di quest’ epoca. Sotto i quattordici vladika (vescovi), che per uno spazio di 170 anni regnarono sulla Zrnagora, il popolo montenegrino non solo visse continuamente, come vive tutt’ ora, con la spada sguainata, ma ebbe la disgrazia di allevare nel proprio seno un nemico ben più mortale, dicono gli storici, che non fossero i pascià e i loro eserciti. Questo nemico era rappresentato da quei figli degeneri del Montenegro, i quali, dopo di aver abbracciato 1’ islamismo, mantenevano delle sleali relazioni con la Porta, creando per tal modo una perenne minaccia all’ indipendenza del paese. Per salvare la fede dall’ invadente apostasia e in uno la patria dal giogo ottomano, fu deciso da una assemblea popolare tenutasi nella pianura di Cettinje sotto la presidenza del vladika Danilo I, di trucidare di notte tempo tutti quanti i rinnegati, tranne quelli che accennassero a voler far ritorno nella religione de’ propri padri. Il terribile eccidio ebbe luogo nella notte che divideva la vigilia dal giorno di Natale. Non era stato ordito su vasta scala, pure riuscì tremendo: il padre uccise il figlio, il fratello massacrò il fratello, e prima che