— l6g — Il Gìòvanìì Allor che il grido risuonò sul monte, Che là sul di Cettigne spenta Fu la turca burbanza, a quei di Rieca Il Serdaro mandò due messaggieri, Loro dicendo: chi abjurar non vuole Lasci la terra. Accarezzati in prima Furo i messi di Janco, ma d’ un tratto Quindi in Obodo appesi. A vendicarli Il serdaro volò con molti armati; Invano, perocché sull’ altra riva Di Scutari trovar scampo i nemici. Però di Rieca il correttor Radano Venne dai nostri imprigionato e morto. Qui per farti onoranza coi primati Verrà fra poco il mio Signor. D’ Òbodo tutte a demolir le turche Infami mura, e le moschee, che il loco Non ricordi più il turco, e al fine il puzzo D’ infedeltà, che manda il vii, dilegui. ( II corriere s'inchina, porge al vescovo una lettera, e parte. Il vescovo chiama un chierico, perché legga la lettera.')