L’OPERA SVOLTA DALLA NOSTRA MARINA DURANTE LA GRANDE AZIONE OFFENSIVA ITALIANA INIZIATA IL 1" LUGLIO 1918 Luigi Rizzo in Ancona, di ritorno dall’azione di Premuda La Terza Armata, al Comando di S. A. K. E-manuele Filiberto di Savoia Duca D’Aosta, aveva già sferrato la controffensiva all’estrema ala destra del nostro Esercito, e all’alba del 2 Luglio 1918 doveva iniziarsi da Intestadura al mare la grande azione offensiva per l’occupazione della zona tra Piave Vecchio e Piave Nuovo, azione che col concorso validissimo del Reggimento e delle batterie del Raggruppamento Marina, doveva ricacciare l’avversario sull’opposta sponda del Nuovo Piave, liberando il primo lembo della Patria calpestata. Un convoglio, costituito da torpediniere, rimorchiatori e pontoni armati, aveva il compito di eseguire un’azione di bombardamento e di simulato sbarco tra Cortellazzo e Caorle, allo scopo di richiamare in quella zona l’attenzione del nemico e in tal modo facilitare l’avanzata delle nostre truppe. Per appoggiare l’azione, verso la prima ora del 3 Luglio, uscivano da Venezia le Squadriglie di CC. TT. «Orsini» e «Missori» al Comando del C. di V. Giovannini, Capo Flottiglia. La prima Squadriglia era composta dei CC. TT. : «Orsini» al Comando del C. di F. Cavagnari, Capo Squadriglia, «Sirtori» al Comando del C. di C. Mercalli, «Stocco» al Comando del C. di C. Bo-naldi, «Acerbi» al Comando del C. di C. Guido Po. La seconda Squadriglia era composta dei CC. TT. : «Missori» al Comando del C. di F. Bellavita, Capo Squadriglia, «La Masa» al Comando del C. di C. Viale, «Audace» al Comando del C. di C. Starita. Un sommergibile era in agguato per sorveglia re le provenienze dal golfo di Trieste, un secondo nella zona tra Rovigno e S. Giovanni in Pelago ed un terzo a Sud di Capo Promontore. Così pure i M.A.S. 9 e 91, sostenuti dalle torpediniere 4 P. N. e 16 0. S., si trovavano all’agguato a ponente di Capo Compare. La luna da poco era sorta, il cielo quasi sereno ma un po’ fosco all’orizzonte ed il mare abbastanza calmo con brezza da scirocco, quando le due Squadriglie dei nostri CC. TT., che incrociavano a circa 10 mg. dalla costa di Cortellazzo, videro due globi luminosi bianchi a notevole distanza scendere dall’alto e poi spegnersi. Poco dopo scorsero una leggera nuvola di fumo che si faceva sempre più distinta, e alle ore 3.05 intravidero le sagome di quattro siluranti nemiche. Erano i CC. TT. «Baiatoli» e «Csikos» e le torpediniere 83 e 88. Il C. T. «Orsini» alle ore 3.23 apriva il fuoco contro le unità avversarie, seguito immediatamente dagli altri CC. TT. della Squadriglia; nello stesso tempo alla distanza di 4000 metri il nemico rispondeva al nostro fuoco e l’avvicinamento avvenne rapidamente. Così le distanze del tiro si ridussero a poco più di 1000 metri. La Squadriglia «Missori» all’inizio del fuoco si era spiegata sulla dritta per poter avere il libero campo di tiro; poi quando la Squadriglia «Orsini» aveva accostato a sinistra, ne aveva imitata la manovra, venendo a raggiungerla in unica linea di fila. Il fuoco delle unità avversarie si dimostrò quasi sùbito ben centrato sullo «Stocco». Un proiettile scoppiava a bordo tra il fumaiuolo prodiero e la plancia, provocando 1111 incendio a poppavia della slessa; 1111 altro colpo arrivando in pieno nella ri-servetta del pezzo numero tre, che conteneva venti proiettili, ne determinava lo scoppio. Il C. T. nemico «Baiatoli», colpito dal nostro tiro, avendo ricevuto parecchi colpi a prua, poco dopo ripiegava su Parenzo, mentre lo «Stocco», domato quasi completamente l’incendio, ritornava sul posto dove probabilmente doveva continuare a svolgersi il combattimento. — 410 —