e 31 ripresero il bombardamento delle nostre linee e delle batterie di Cortellazzo. Mentre le nostre Squadriglie di CC. TT., per un errore nella trasmissione di un segnale, ritornavano verso il Lido di Venezia, il M.A.S. 13 con a bordo il Comandante Costanzo Ciano ed il M.A.S. 15 al Comando del T. di V. Alfredo Berardinelli, che erano rimasti nelle vicinanze di Cortellazzo, procedendo a mezza forza, col sole alle spalle, mascherati dal fumo delle artiglierie nemiche, poterono giungere fino a 1600 metri dalle Corazzate. Appena il nemico si accorse dei due motoscafi che avanzavano all’attacco, li accolse con una salva di cannoni di tutti i calibri, nello stesso tempo alcune torpediniere avversarie ritiravano il sistema di dragaggio e si ponevano in formazione di difesa per la protezione delle Corazzate. I due M.A.S., noncuranti della tempesta di colpi che cadevano a loro intorno, diressero all’attacco alla massima velocità, e, mentre alcune torpediniere iniziavano la caccia sparando contro le due minuscole navi, altre siluranti nemiche, alla più alta velocità, cercavano di aggirarle per tagliar loro la ritirata ed investirle. Al fuoco aperto dai due motoscafi con i loro cannoni a tiro rapido contro le unità avversarie, seguiva il lancio successivo dei quattro siluri alla «li-stanza di 800-900 metri dalla nave maggiore più avanzata; nel contempo cinque nostri idrovolanti attaccavano ostinatamente le navi nemiche gettando su di esse numerose bombe, e la batteria Bordigio-ni, appoggiata dalle altre litoranee, tempestava di colpi la Divisione nemica con nutrite scariche bene aggiustate. II Comandante Ciano, seguito «lai M.A.S. 15, cercando di sfuggire alla caccia delle siluranti nemiche, che si faceva sempre più serrata, fra il grandinare della mitraglia, gli scoppi dei proiettili e le schegge proiettate dalle esplosioni, che turbinavano intorno ai «lue motoscafi, dirigeva a tutta velocità verso Piave, inseguito dalle torpediniere avversarie e dal loro tiro incessante, al quale si univa quello delle navi maggiori, energicamente controbattuto dalle nostre batterie da terra. Marinaio oi sentinella nella Laguna Motoscafi armati alla caccia ni sommergibili Mentre la «Wien» e la «Budapest», sotto la minaccia delle piccole siluranti italiane, a tutta velocità dirigevano su Trieste ed alle 14 e 30 cessavano di sparare, abbandonando il combattimento, l’inseguimento dei due M.A.S. procedeva accanito fino a quando la batteria Vittori apriva il fuoco contro la torpediniera di testa, che, accostando a sinistra, desistette dalla caccia, seguendo però gli audacissimi M.A.S. di Costanzo Ciano col tiro delle sue artiglierie. Pochi istanti dopo i due M.A.S. raggiungevano la linea degli sbarramenti, e protetti poi dalle batterie del litorale, proseguirono per Venezia ove rientravano incolumi, ad eccezione di qualche foro nell’opera viva del M.A.S. 15, ma miracolosamente senza nessun ferito fra i componenti dei due equi-pagfii. IL NOSTRO NAVIGLIO LEGGERO BOMBARDA LE LINEE NEMICHE DI G RISOLERÀ Due giorni dopo le Squadriglie dei nostri CC. TT. «Animoso» ed «Orsini», al Comando dei C. di F. Arturo Ciano e Vaccaneo, bombardarono ripetutamente le opere di offesa e le linee nemiche, mentre gli Esploratori, di scorta al largo, si tenevano pronti ad intervenire in una eventuale uscita di navi avversarie da Trieste, e la Squadriglia CC. TT. «Carabiniere» eseguiva sbarramenti. Frattanto la «Wien» e la «Budapest» fecero qualche altra apparizione in mare, ma senza attaccare le nostre posizioni. Durante questi avvistamenti le Forze Navali di Venezia uscivano immediatamente per venire a contatto col nemico. Il 19 Novembre 1917 presero il mare la Squadriglia CC. TT. «Animoso», il sommergibile F. 12, il «piale aveva l ordine di rimanere in agguato davanti a Cortellazzo fino a tutto il 21, e le due navi «Saint Bon» e «Filiberto». Ma il nemico si ritirò prima che il desiderato contatto potesse avvenire. 395 —