più spiccate personalità della città e da quelle delle navi italiane. Il corteo passò sotto una pioggia di fiori, fra baci e abbracci di tutta una folla delirante, plaudente, fra l’entusiasmo di tutta una popolazione. A stento giunsero al palazzo della Prefettura. Il popolo intanto continuava ad acclamare e ad alzare le sue grida entusiastiche. S. E. il Generale Petitti si affacciò alla loggia. L’alta persona del prode soldato impressionò la folla. Gli applausi e le grida si fecero imponenti. Sventolarono bandiere, si gettarono fiori, si urlò fino a che S. E., con breve gesto della mano, non fece un cenno invitante al silenzio. La folla tacque. Con voce vibrante di commozione, ma forte e sicura, il Governatore di Trieste così parlò: « Cittadini di Trieste, io vi ringrazio del- l’entusiastica ACCOGLIENZA CHE AVETE FATTO A ME ED AI MIEI SOLDATI. Io VI PORTO IL SALUTO d’I- talia. Vi porto il saluto Dell’Esercito che sacrificò GENEROSAMENTE IL SUO SANGUE PER RENDERE REALE IL SOGNO DI UN SECOLO. SARÀ MOLTO FACILE IL MIO COMPITO ERA VOI. Io VI INVITO A GRIDARE con me: « Evviva l’Italia! Evviva il nostro Re! Evviva Casa Savoia! Evviva l’Esercito Italiano! ». Sono sei anni che io sono in guerra e in GUERRA HO VERSATO ANCHE IL MIO SANGUE. Mai PE- RÒ EBBI EMOZIONE SIMILE A QUELLA CHE OGGI PROVO : ESSA È LA MAGGIORE DI TUTTA LA MIA VITA. DlO È giusto : Egli dà il meritato premio alle cause giuste! ». Il discorso di S. E. venne accolto dalle acclamazioni della folla delirante e plaudente : « Evviva l’Italia, evviva l’Esercito, evviva il Re! ». Poco dopo il Governatore di Trieste riceveva le prime Rappresentanze. Poscia i convenuti seguirono il Podestà Valerio in una sala, il quale rivolse un riconoscente pensiero al Re, all’Esercito, al Popolo Italiano e al Generale Petitti che rappresentava in Trieste redenta l’Italia. I presenti acclamarono all'Italia, al Re, all’E-sercito, alla Marina, al Popolo Italiano. Poi il Generale Petitti, acclamando a Trieste Italiana, ricordò tutto il sangue che questo grande giorno aveva costato, e disse che si aveva il diritto di godere di 1111 bene solo quando le sofferenze per conquistarlo furono inaudite e quando di tal bene si seppe esserne degni. Frattanto, fuori, la folla seguitava ad acclamare, e mentre la vasta piazza, ribattezzata poi Piazza d’Italia, rombava di applausi e di evviva clamorosi, dal palazzo della Prefettura Autorità e Rappresentanze si allontanavano, e S. E. il Generale Conte Carlo Petitti di Roreto prendeva sede quale Governatore di Trieste. 3 Novembre 1918 - Venezia — Convogli di truppe verso Trieste.