Come a Trieste volevo serbare il silenzio e accrescermi di forza, aumentarmi di tutta la vostra anima. Non è più tempo di parole. Abbiamo fatto troppo sperpero di eloquenza da che stiamo con l’arma al piede. Se le parole sono femmine e se i fatti sono maschi, oggi ogni combattente riprende il suo posto, ogni cittadino tiene il suo, in silenzio; e pronti. Durante il pomeriggio ansioso di ieri, sul campo di S. Pelagio, sul campo della «Serenissima», ho passato due ore tranquille a preparare la mia mitragliatrice e a consolidare gli attacchi delle bombe nei fianchi del mio apparecchio di Vienna. (11 popolo gridò : «Viva la Serenissima»). E’ la miglior bisogna che possa oggi fornire un soldato: occuparsi delle proprie armi. La mitragliatrice è silenziosa, finche non la premono i pollici esatti. Le bandiere sono silenziose, finché il nembo della battaglia non le investa. Questa bandiera di Fiume non parla ma comanda; dal fondo dei secoli comanda al futuro, come il gesto di quel condottiero che è ritornalo, come il bronzo di Alessandro del Cavallo. E’ immobile come uri armatura. Ha per asta la volontà, tutta la volontà del popolo libero. Non garrirà se non alla cima della nostra gioia, domani. (Grande acclamazione, grida di Viva Fiume!) E lo stendardo dei Dalmati stamani al sole risplende il suo colore originario : il rosso. In tutte le nostre bandiere stamani il rosso predomina. Che imporla ormai del verde? Che ci importa della speranza? Noi non più speriamo ma vogliamo. Intendete? Vogliamo. Ripetete questo verbo. (Tutto il popolo gridò: «Vogliamo!») Ripetendolo, in carne e in spirito, ciascuno di voi, anche il più umile, crea il nuovo destino. (Il popolo gridò ancora : « Vogliamo! ») Questo basta. S. Marco, il nostro S. Marco, ardito e savio (piando credeva giunto il tempo di troncare la facondia dei suoi ambasciatori, chiudeva il libro. I-mitando finalmente il Patrono Leonino, i nostri Capi, sulla tavola dei bari, sul banco dei barattieri, hanno chiuso il libro. L’ hanno chiuso alla pagina della falsità e della menzogna. Lode a loro! Oggi su tutte le porte marine delle città Dalmatiche, su tutte le mura dell’ardentissima Fiume, è il libro chiuso. Se lo riapriremo, lo riapriremo alla pagina do-v’è scritto col sangue del Mantello, col sangue di Vittorio Veneto, come sopra la porla di Rovigno: « Victoria tibi Marce! Victoria tibi integra, Italia! ». Una sola domanda è da rivolgere a questa I-talia ingigantita in una notte come quei vasti fiori che scoppiano nella solitudine e con una violenta magnificenza. «Per difendere il tuo diritto e per PRESERVARE IL PATTO DEI TUOI MORTI, SEI PRONTA A RICOMBATTERE? » (Tutto il popolo rispose a gran voce: « Si ») Una sola domanda è da rivolgere a questo fienoso, a questo paziente, a questo eroico popolo di Venezia. « Per DIFENDERE IL TUO MARE, E LA PACE DEI TUOI MORTI NEL TUO MARE, SEI PRONTO A SOFFRIRE, SEI PRONTO AL NUOVO PATIMENTO? ». (Tutto il popolo rispose: « Sì ») S. Em. il Cardinal Patriarca Pietro La Fontaine, dalla Loggia della Basilica d’Oro, impartisce la Benedizione alle bandiere e alla popolazione — 479 —