E mentre le navi entravano in Porto, il sole diffondeva copiosamente la sua piena luce sid mare e sulla città lontana che si profilava all’orizzonte; sotto i raggi dorati ogni nave sembrava prendere nuovo aspetto di vita. Il Cacciatorpediniere «Audace», che segnava la rotta, apriva la marcia del convoglio, seguito dal-l’Avviso «Admiral Spaun», dai CC. TT. già austriaci «Tatra» e «Csepel». Poi venivano i nostri CC. TT. «Fabrizi» e «Medici», le torpediniere d’alto mare «Procione» e «Climene»; quindi la Predread-nought «Franz Ferdinand», al Comando del C. di F. Coltelletti, che aveva uno spostamento di quattordicimila tonnellate ed era armata di quattro cannoni da 305. Veniva sùbito dopo la Superdread-uought «Tegetthoff», al Comando del C. di V. Ac-ton; quel colosso dislocava ventimila tonnellate ed era armata di 12 cannoni da 305 divisi in quattro torri, senza contare tutta una serie di altri cannoni grandi e piccoli allineati nel senso longitudinale della nave. Chiudevano il convoglio le torpediniere e i sommergibili già austriaci, i piroscafi «S. Marco», «S. Giorgio» ecc. Lo spettacolo che presentava in quel momento il Bacino di S. Marco aveva qualcosa di fantastico. Il convoglio sfilò lentamente fra una doppia siepe di grigio-verde, costituita dalle nostre navi da guerra che si trovavano già ancorate, e da quelle che andavano man mano prendendo ormeggio. Fra le navi, un nereggiare di gondole, di barche di ogni forma e dimensione, una schiera di piccoli e grandi rimorchiatori all’àncora e un guizzare rapido di motoscafi. Molta folla copriva ogni lembo di coperta della R. Nave «Re Umberto», invadendo le coffe e i ponti, arrampicata sugli alberi; così pure furono invase le navi «Montebello» e «Coito». Quadro consimile offriva la Riva degli Schiavoni, dalla Veneta Marina a S. Marco, ove l’occhio non scorgeva che una moltitudine multicolore e compatta. Alle ore 16.25 la Predreadnought «Franz Ferdinand» arrivava al punteruolo di S. Servolo, mentre le sirene dei piroscafi, delle torpediniere e dei rimorchiatori, mandavano per l'aria i loro fischi a-cutissimi. Ai fischi delle sirene si univa il suono delle campane di tutti i campanili della città, e su tutti sovrastava maestoso quello delle campane di S. Marco che sembra rievocare i saluti delle antiche glorie della «Serenissima». E gli hurrà frenetici della folla plaudente, delirante di entusiasmo, salivano dalle imbarcazioni, dalle navi, dalle rive, dalle fondamenta, unendosi con mille e mille altri suoni festosi; specialmente quando la Superdreadnought « Tegetthoff » arrivò essa pure al punteruolo di San Servolo, dirigendosi verso l’ancoraggio di S Maria Elisabetta di Lido, ove si trovava ormeggiata la « Dante Alighieri ». Verso le ore 18 tutte le navi prigioniere si trovavano agli ormeggi in precedenza preparati. Le torpediniere si ormeggiarono a ponente dei pontoni armati, lungo la Riva degli Schiavoni, i due CC. TT. alle boe dei Giardini, lo «Spaun» di fronte alla Riva degli Schiavoni e la «Franz Ferdinand» davanti ai Giardini, mentre i sommergibili già austriaci si allinearono alle torpediniere, ormeggiate ai pontoni armati. Terminata che fu la cerimonia S. M. Vittorio Emanuele III" scendeva dal C. T. «Audace» e prendeva imbarco in una lancia, portandosi dietro le sue predilette macchine fotografiche colle quali a-veva ritratto interessanti documenti del memorabile Torpediniere già austriache nel Bacino di S. Marco — 475