Veneziani si riversavano verso il centri* della città e i ritrovi erano affollati. Trieste, frattanto, stava facendo i preparativi per accogliere trionfalmente le truppe italiane, perchè si avvicinava il momento solenne dell’annessione della «Fedelissima» all’Italia. Già a Venezia circolava la voce che sei nostri idrovolanti, della Stazione «Giuseppe Miraglia» dell’isola di Sant’Andrea, erano partiti per Trieste, Pola e Fiume a recar messaggi. La Squadriglia, che aveva preso quota alle ore 13.30, e di essa facevano parte: il Tenente di Vascello Pierozzi, il Tenente Bartoluzzi, il Sottotenente Calcello, il Guardiamarina Ravazzoni e i marinai Dry e Paliacci, portava ai cittadini di Trieste, Pola e Fiume un messaggio, e un altro speciale della città di Venezia per la «Fedelissima». I sei idrovolanti, arrivati sopra Trieste verso le ore 16» si abbassarono a minima quota e uno dei velivoli discese sul mare tra le acclamazioni e l'entusiasmo della folla che si era radunata su tutti i moli del Porto. L’aviatore prese terra, si portò all’ex palazzo della Luogotenenza, e, salito sulla grande loggia, davanti alla folla, che dopo averlo portato in trionfo si era radunata sotto di lui ascoltandolo in religioso silenzio, così parlò : « Fratelli, la città di Venezia manda il SUO SALLTO ALLA CITTÀ DI TRIESTE. DOMANI TRIESTE SARÀ RICONGIUNTA ALLA FAMIGLIA ITALIANA ». II messaggio fu accolto da applausi deliranti, mentre la folla, agitando bandierine tricolori, e-rompeva in entusiastici evviva al l’Italia, al Suo Re, a Venezia, a Trieste Italiana. L'aviatore, ricondotto in trionfo fino al molo, prese imbarco nell’idrovolante, e mentre i motori rombavano, i sei velivoli, scivolando su quel mare ormai d’Italia, presero quota, volando ancora sopra Trieste, accompagnati dal delirio di una folla plaudente. Erano migliaia di persone che si pigiavano sui moli e sulla grande piazza, migliaia di mani che si agitavano, migliaia di fazzoletti che sventolavano, mille e mille evviva deliranti che salivano verso il cielo in segno di saluto agli aviatori, i quali presero direzione verso Venezia, ove portarono le notizie dell’entusiasmo di Trieste. Il messaggio per Trieste, ricordante la festa di S. Giusto, diceva : « Non macchine di guerra, ma ali tricolo- ri PORTANO NEL GIORNO DI S. GlUSTO, IN TRIESTE LIBERA, FERVIDI SALUTI FRATERNI, FATTI CON ANIMO NEL QUALE MAI VACILLO LA FEDE NEI DESTINI della Patria ». 11 messaggio per Trieste, Pola, Fiume, diceva: « I VOSTRI SENTIMENTI CI SONO NOTI. L’ORA DELLA REDENZIONE È VENUTA : PAZIENTATE! La NUOVA Italia più grande e più potente vi calcola GIÀ COME SUOI CARI FIGLI. Viva la Venezia Giulia Italiana! Viva Trieste! Viva Vittorio Emanuele III0! ». A Trieste intanto trascorrevano ore di palpiti e d’impazienza, nella febbrile attesa del momento solenne in cui giungessero le prime navi della Marina Italiana che avrebbero trasportato le truppe per l’occupazione della città. La lettura degli ultimi bollettini, sotto le Vecchie Procuratie, in Piazza San Marco. 450 —