lu possibile far accettare l’incarico a nessuno degli abitanti del paese. Così avverrà in tutti quei paesi abbandonati dalle popolazioni e dai pochi militari che vi erano distaccati, con una precipitazione certo non spiegata dagli avvenimenti. I pochi rimasti saccheggieranno le robe dei partenti prima che il nemico faccia il resto. Dal campanile di Marano nulla rilevammo di notevole, nè verso l’interno nè verso il mare. 11 cantiere del Battaglione Lagunare è stato bruciato; la draga « Fola », un’altra ed altri galleggianti, affondati. Con due bombe antisommergibili distruggemmo i due vaporetti sullo scalo di raddobbo.. «Spiro» e «Ferrara», dopodiché partimmo da Marano alle nove. A Bevazzana, alle ore 10, trovammo il canale a metà ostruito, 300 metri prima di arrivare alle chiuse, dal G. B. 252 col cannone da 152 a posto. A mio parere nessuna urgenza vi può essere per distruggere quelle chiuse prima che vi giunga il nemico, poiché esse ci conserveranno una via d’acqua per poter uscire nella laguna di Marano e in mare per Porto Lignano, mentre invece il nemico non potrà certo approfittare subito di quelle comunicazioni. Piccoli reparti ili marinai potranno facilmente ostacolare le ricognizioni delle pattuglie nemiche, provvedere alle comunicazioni e rassicurare gli a-vamposti dell’Esercito su quei fiumi. Bipartito alle 12.30, presa un po’ di benzina a Porto Lignano, dove ne lasciammo una botte per eventuali future esigenze, giungemmo a Caorle alle 17, ripartendone all’indomani 2 corrente alle 9, rimorchiando il Mas 16 in avaria per avere urtato con le eliche la soglia del ponte della «Saetta» presso Caorle. Il pontoncino «Li/po» (120 min) rimasto in prossimità di quel ponte per avaria al rimorchiatore « Posino », che rimane colà, veniva in quel mentre, per cura del Comando Fluviale di Cavazuccherina, portato verso Venezia. Allo stato delle cose, al momento in cui ho attraversato quella zona, facile sarebbe ricuperare subito la draga «Vulcano», togliere il 152 dal pontone G. B. 252. Nella zona lagunare, comunque si svolgano le operazioni terrestri a Nord, potremo facilmente op- II «Maggiore De Rosa» CON QUATTRO CANNONI DA 76/40 porci o ritardare 1 occupazione del nemico ove manifestassimo una qualsiasi attività militare con mezzi mobili, con qualche artiglieria e mitragliere, organizzando linee di comunicazione per avere le necessarie informazioni e con sicurezza dei movimenti del nemico, in modo da poterci conseguentemente spostare. I Mas, qualche pontoncino armato con rimorchiatore, sempre pronto per spostarli, e pochi uomini arditi, avrebbero il compito facile nell’ostaco-lare i movimenti del nemico, che debbono avvenire per la maggior parte sugli argini, spesso interrotti da canali in una zona a lui non conosciuta ». Firmato Alfredo Dentice Di Frasso 259 —