bordo gli ultimi cento uomini delle due Difese di Grado e di Monfalcone, navigava verso Venezia. Alte grida di « Evviva l’Italia! » — « Viva il Re! », ingrandite e portate lontane dalla eco, risuonarono nella notte. Dopo due anni e mezzo di permanenza in quelle terre, la R. Marina considerava quel suolo com- pletamente e per sempre riscattato, ed avrebbe resistito accanitamente per contenderlo al nemico. Il distacco da Grado fu quanto mai doloroso, ma i cuori erano pieni di fede e di speranza. L’inno del Reggimento Marina, composto dal Tenente di Vascello Mario Roselli, esprime tutta la nostalgia della magnifica laguna Gradese. VERSO VENEZIA Sul ripiegamento di Caporetto. — (Dal diario del lenente Radiotelegrafista Cav. Uff. Alberto Pucci, Segretario Particolare in guerra ed in pace dell’ Ammiraglio Dentice). I Gradesi, quantunque terrorizzati per il braciere immenso che circondava la cittadina, temevano per la sorte dei partenti, credendo, com’era verosimile, che la piccola flotta, appena in mare a-perto, fosse attaccata dal nemico e sopraffatta, e i pedini l’avrebbero disseminate lungo la rotta; tale era lo spirito combattivo di quel manipolo di prodi che nella notte infausta dovette per forza di eventi abbandonare il saldo Presidio da cui i marinai d’Italia erano certi di distaccarsi soltanto per raggiungere Trieste. Dove si va? A Venezia? — Sembrava loro impossibile di lasciare tanto campo libero al nemico. La tempesta del giorno avanti era cessata; la navigazione procedeva sul mare perfettamente tran- Il «Robusto» con due cannoni da 203/45 più coraggiosi corsero alla diga [ter dare ai marinai d'Italia l’ultimo saluto affettuoso e silenzioso. I due vaporetti dell’Azienda Comunale di Venezia risalirono il canale dell’Anfora, mentre i M. A. S., guidati da Rizzo ed accodati alle torpediniere, uscirono decisamente in mare aperto per mettersi sulla rotta di sicurezza verso Venezia. II M. A. S. che aveva a bordo il Comandante Dentice, uscendo dal canale di Grado, passò rasente al guardaporto e lo affondò con una cannonata da 47 ; era un vecchio galleggiante ancorato dai nostri all’imboccatura del Porto Canale di Grado per la sorveglianza notturna. Le boe segnanti il canale furono aneli’esse danneggiate, e se i M. A. S. avessero avuto ancora tor- II «Monfalcone» con cannone da 305/46 quillo e nella notte buia si scorgevano soltanto gli incendi di Grado ancora grandiosi, spaventosi. Dov’è il nemico ? Mentre per terra procedeva baldanzoso, per mare non si faceva vedere; invece le nostre piccole unità erano sempre padrone del mare, sempre pronte all’attacco. « MEMENTO AI IDE RE SEMPER ! » Un radiotelegramma pervenuto più tardi al convoglio, ordinava di proseguire tutti per Venezia. All’alba del 30 Ottobre il convoglio raggiungeva Venezia, ove nei locali del Carcere Femminile alla Giudecca, trasformatosi all’uopo in caserma, si trovavano già inquadrati i marinai di Grado, mentre quelli di Monfalcone erano stati raccolti all’O-spizio Marino al Lido di Venezia. — 257